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sabato 21 gennaio 2017

Lo Sapevate Che: A Miami i bambini non giocano alla guerra...



C’Erano 20 gradi, la sera del 31 dicembre a Miami, una tipica temperatura dolce e un po' umida degli inverni in Florida. Rasheed indossava una polo bianca a maniche corte rientrando con gli amici e i compagni dalla festa del cugino, che compie gli anni proprio nel giorno di San Silvestro. Sui marciapiedi di Dania Beach, un quartiere sul mare a nord di Miami, lui e gli altri bambini facevano le cose che fanno i bambini quando si trovano insieme dopo una festa, un po' ciucchi di tutto lo zucchero mangiato nei pasticcini e nella torta glassata. Si rincorrevano, mimavano azioni di football, si spingevano, non davano ascolto all’adulto, al fratello maggiore di Rasheed che cercava di mettere un po' di ordine. L’automobile scivolò silenziosa nel buio accostandosi al marciapiede, a ari spenti, nera contro il nero di una strada poco illuminata. Dai finestrini aperti, spuntarono le canne di rivoltelle che aprirono il fuoco. Sparavano nel mucchio, senza preoccuparsi della precisione, sapendo che quello sciame di pallottole qualcuno avrebbe sicuramente colpito. E forse fu la maglietta bianca, visibile nella notte, ad attirare l’attenzione delle automatiche, forse furono il caso, la sfortuna, ma Rasheed Cunningham fu raggiunto da quattro colpi nella schiena, e furono colpite altre due bambine prima che l’accompagnatore adulto riuscisse a buttarli tutti a terra e l’auto nera, soddisfatta dell’opera, scivolasse via. Le due bambine si sono salvate, Rasheed è morto. Aveva otto anni. La polizia sa chi sono gli assassini e perché hanno sparato. Sono “soldati della gang del Lincoln Park, una delle due bande di ragazzi e ragazze che contendono alla ganga rivale di West Lake il controllo delle strade di Dania Beach e da almeno dieci anni, combattono una guerra che si nutre di vendette, faide, rappresaglie e divora ormai anche le vite dei bambini. Rasheed, che appartiene per linea familiare a quelli di West Lake, ha pagato per l’assassinio di una ragazzina avvenuto sei anni or sono e che i fratelli, divenuti grandi nella gang del Lincoln, hanno pazientemente atteso di far pagare. Neppure il vetusto “codice d’onore” di tutte le mafie che vietava un tempo l’uccisione di donne e bambini si applica più, perché questi sono ormai bambini che uccidono bambini. Se i sospetti della polizia sono corretti, quelle pistole che hanno fatto il tiro a segno su Rasheed e gli amici erano impugnati da un ragazzo di tredici anni e dal cugino di quattordici. E un’altra cosa la polizia sa: i bambini scampati alla esecuzione in massa diventeranno presto ragazzi, teenager, e dovranno lavare il sangue del loro amico con quello dei loro assassini. O dei fratelli, o delle sorelle piccole, non importa. Un problema non avranno. Quello di trovare gli strumenti per continuare la guerra, perché la Florida è lo Stato americano più generoso in materia di armi. Permette a tutti di comprarle e se sei minorenne ha poca importanza: ci sarà sempre un adulto che le acquisterà per te. Consente di portarle addosso, in auto, nella borsetta, nel giubbotto, perché i cittadini – afferma solenne la legge – hanno il diritto di difendersi. E quando autorità locali, sindaci, amministratori di contee, assemblee di zona hanno tentato di imporre regolamenti per contenere l’arsenale privato, il parlamento della Florida, ha passato una legge che proibisce di limitarlo. Circolano due milioni di armi personali, registrate in questo Stato di 29 milioni di abitanti, più quelle illegali e di fatto ogni casa, ogni famiglia, ne ha una. Seicentomila nuovi permessi saranno rilasciati in questo 2017. La guerra che ha falciato Rasheed che tornava dalla festa di fine anno continuerà, sotto lo sguardo benevolo di un nuovo Presidente prossimo all’incoronazione, Donald Trump, che delle armi è amico e protettore.
Vittorio Zucconi – Opinioni – Donna di Repubblica -14 Gennaio 2017 -

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