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lunedì 30 settembre 2013

Pensieri: saluto




Non dire tutto ciò che sai; non credere a tutto ciò che ascolti; non fare tutto ciò che puoi. Mantieni dentro di te un giardino segreto.
Alejandro Jodorowsky

Buona serata a tutti!

Pensieri: Saluto



Dovremmo imparare a sorridere ogni mattina…Dovremmo alzarci dal letto,pensando che quel giorno può essere un giorno perfetto.Non importa se piove… non importa se non ti va…non importano i se e i perché…l’importante è che provi a sorridere,anche quando ti sembra inutile.Non si sa mai che qualcuno potrebbe innamorarsi del tuo sorriso!

Fabio Volo

Buona giornata a tutti!

Lo Sapevate Che: Un Grande Poeta.....


…Il Naugragar M’è Dolce In Questo Mare….

L’Infinito
Sempre caro mi fu questi ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il  cor non si spaura. E come il ventoce
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzi a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l’eterno
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s’annega il pensier mio:
E il naufragar m’è dolce in questo mare.

-         Giacomo Leopardi -

Lo Sapevate Che: Satira Preventiva....


Lega a congresso nei capanni celtici

Nonostante il peso elettorale minimo i leghisti conservano una presenza territoriale in Val Cagnona e Val Ciumbia, da dove intendono ripartire alla riconquista del Nord. Con regole, candidati e primarie da non perdere

Nonostante il peso elettorale ormai minimo, la Lega conserva una forte presenza territoriale in Val Podrecca, Val Cagnona e Val Ciumbia, dalle quali intende ripartire alla riconquista del Nord non appena avrà capito dov’è la fermata della corriere. Nel frattempo si prepara al congresso.
Le Regole. Come è
Tradizione, il congresso nazionale è solo il livello più basso. Poi si passa ai congressi provinciali, poi ai congressi di vallata, infine ai decisivi congressi di crinale, nei quali i Reggenti, radunati sotto una grande quercia e indossando pelli di muflone, eleggono il segretario e procedono alla cerimonia dell’iniziazione, cospargendo il nuovo leader di olio lubrificante e latte cagliato, a significare l’unità tra operai e contadini lombardi. Seguono la suggestiva Benedizione dei Montacarichi e il festoso Giro delle rotonde stradali, vanto della Padania.
Le Primarie. Qualcuno insiste per fare le primarie, che hanno un grave difetto (sono un metodo democratico) ma anche il pregio di mobilitare la base leghista attorno ai tradizionali capanni celtici, di pietra e fango, con il focolare centrale per la fusione degli utensili di ferro. E’ lì che i leghisti votano. La controindicazione è data dai tempi lunghi: per costruire i capanni celtici, che devono essere fatti a mani nude, ci vogliono almeno un paio d’anni. Molto lunghi: per costruire i capanni celtici, che devono essere fatti a mani nude, ci vogliono almeno un paio: si formano lunghe file perché per incidere il nome del candidato sulla stele di pietra, ogni elettore impiega un pomeriggio.
Umberto Bossi. Il vecchio Senatur intende ricandidarsi, con un programma concordato con i figli, la badante e il neurologo. Quest’ultimo gli ha suggerito di sostituire il paragrafo sull’insurrezione armata, inconciliabile con il suo stato di salute, con una normale scarica di insulti. Nonostante l’età Bossi ha voluto stupire tutti preparando un’edizione multimediale del suo programma, corredato di illustrazioni con il gesto dell’ombrello e il dito medio eretto e sonorizzato con rutti, urla gutturali e minacce nei vari dialetti prealpini. L’elegante fascicolo, interamente perlinato, è anche aromatizzato al taleggio.
Uccio Galli Fumagalli. E’ il più promettente tra i giovani rampanti del Carroccio. Sospettato di omosessualità perché mangia con le posate, ha riguadagnato la fiducia dei militanti infilandosi le dita nel naso mentre era a colloquio con il presidente Napolitano. Un gesto strumentale o una reale vicinanza alla base leghista? Viene chiamato “Renzi della Lega” perché è anche lui sindaco, a Lippate Predabissi, detta “la Firenze della Tangenziale Ovest”, dove gestisce con il padre un capannone attrezzato per la produzione di capannoni attrezzati. La sua linea politica è moderata: intende abolire le tasse ma non tutte insieme, solo una all’anno, sostituendole con contributi volontari da versare non più allo Stato, ma alla Pro Loco di Lippate Predassi, della quale è presidente.
Ambrogia Colombo. La storica battaglia contro le quote latte ha a avuto in Ambrogia la sua Pasionaria. Pur di non lasciar conteggiare il latte agli esosi esattori europei, ha bevuto per un mese intero tutto il latte delle sue tre vacche frisone. Arrivata a centoquaranta chili di peso, è stata esposta previa stagionatura al Salone dei formaggi di Bra ma espulsa pochi minuti dopo perché il suo fortissimo odore di gorgonzola causava un principio d’asfissia nei visitatori più sensibili. Si è candidata alla segreteria a nome degli allevatori leghisti, nella corrente detta “Tengo famiglia” che prende il nome della fiera risposta che gli allevatori  oppongono a chi gli chiede come mai dichiarano solo un decimo del latte prodotto, frodando l’Unione europea e i colleghi onesti.
Gennaro Bossi. E’ uno dei figli naturali di Bossi, nato a Napoli da una relazione con una contrabbandiera di sigarette, pregiudicato, attualmente posteggiatore abusivo. Voleva correre per la segreteria, ma ha rinunciato per ragioni etiche dopo avere conosciuto i suoi fratelli.

Michele Serra – L’Espresso – 3 Ottobre 2013

Con le Verdure....


Flan di Patate e Zucca con Salsiccia


Per 4 persone

800 gr di patate a pasta gialla, 300 gr di zucca già pulita, 100 gr di panna fresca, 60 gr di emmenthal, 2 uova, 2 cucchiai di farina, salvia, 250 gr di salsiccia, 1 cucchiaio di semi di finocchio, noce moscata, burro, sale pepe

Pelare mezzo kg di patate e tagliarle a tocchetti. Ridurre a tocchetti anche la zucca e fare cuocere il tutto a vapore per 30 minuti. Passare dallo schiacciapatate facendo cadere la purea in una terrina. Unire alla purea 25 gr di burro, la farina, l’emmenthal grattugiato, la panna, le uova battute, una grattata di noce moscata, un pizzico di sale e pepe. Foderare una pirofila rotonda con carta da forno lavata strizzata e ben imburrata. Rivestire le pareti con le patate rimaste ( lasciarne delle fettine da posare sulla superficie della torta), sbucciate e tagliate a fettine sottilissime. Versare nella pirofila il composto preparato e ricoprirlo con le patate residue. Condire in superficie con 40 gr di burro fuso aromatizzato con qualche foglia di salvia. Mettere in forno preriscaldato a 180° per 30 minuti. Poi alzare la temperatura a 0° e tenere il flan ancora in forno per 15 minuti. Nel mentre spellare e sbriciolare la salsiccia. Farla rosolare in un tegame con 10 gr di burro e i semi di finocchio. Sfornare il flan e servirlo a fette, accompagnandolo con la salsiccia ben calda cosparsa sopra.


Cipolle ripiene in Crosta

Per 4 persone

6 cipolle bianche, 500 gr di pasta per pizza, un uovo, formaggio grattugiato, pangrattato, 4 filetti di acciuga, erba cipollina, olio, sale e pepe.

Sbucciate le cipolle, incidetele a croce sulla superficie e scottatele in acqua bollente per 20 minuti, scolatele e fatele raffreddare. Con un coltellino tagliate la calotta superiore e scavatele un po’. In una ciotola sbattete l’uovo con un pizzico di sale e pepe. Unitevi 60 gr di parmigiano grattugiato, 3 cucchiai di pangrattato, i filetti di acciuga tritati, l’erba cipollina e un po’ d’olio. Mescolate bene e distribuite nell’interno delle cipolle. Distendete la pasta da pizza ad un altezza di mezzo cm e ricavatene 6 quadrati . Su ogni pezzo appoggiate una cipolla e avvolgetela a fagottino, aiutandovi con le dita inumidite di acqua. Ungete di olio la teglia del forno e sistemateci le cipolle ben distanziate. Copritele con una pellicola e lasciate la teglia in luogo tiepido a lievitare per mezz’ora. Scoprite la teglia, spennellate i fagottini con olio e metteteli in forno preriscaldato a 190° per 30 minuti.

Involtini di Peperoni alle Melanzane

Per 4 perone

2 peperoni gialli, 2 rossi, 1 melanzana media, 1,5 dl di salsa di pomodoro, 1 cucchiaio di capperi dissalati, 150 g di olive di Gaeta, olio, sale.

Tagliate le melanzane a dadini di un cm. Abbrustolite i peperoni sulla piastra o sotto il grill del forno ben caldo. Chiudeteli in un sacchetto, che renderà più facile spellarli. Eliminate completamente pelle, parti nere, semi, filamenti all’interno. Tagliateli a falde di circa 5 cm. Friggete i cubetti di melanzane nell’olio. Quando son dorati, scolate l’olio e aggiungete la salsa di pomodoro, le olive e i capperi. Mescolate e fate insaporire per 10 minuti. Alla fine, farcite le falde di peperoni con le melanzane al pomodoro. Arrotolatele, chiudetele con uno stecchino e allineatele in una pirofila. Potete servite a temperatura ambiante, oppure passare in forno caldissimo per qualche minuto.




domenica 29 settembre 2013

Pensieri: saluto


Libero -

Buona fine Domenica a tutti!

Pensieri: Saluto


Il Senso Della Vita - foto di Sussurri del Cuore

Buona Domenica a Tutti!

Lo Sapevate Che: "Raccomandazioni..."


Il Lontano Paese Dove
Assumere I Figli Dei Potenti E’ Reato

Una inchiesta contro la JPMorgan dimostra che l’America ha capito come la vera selezione è sempre meglio delle logiche di clan

Ve lo immaginate un luogo dove assumere i figli dei potenti è reato? Questo luogo esiste, è New York. La più grande banca di Wall Street ( e del mondo), JP Morgan Chase, è finita sotto inchiesta proprio per questo. E’ una storia che ha dell’incredibile, se vista con occhi italiani. Val la pena di essere raccontata nel dettaglio perché aiuta a capire tante cose: il valore della meritocrazia, le cause profonde della fuga dei cervelli dall’Italia, la differenza di costume tra le classi dirigenti nostre e loro.
L’inchiesta sulla JP Morgan parte dall’America, il presunto reato invece sarebbe avvenuto in Cina. Corruzione, nientemeno. Di che tipo di corruzione si tratta? La
Securities and Echange  Commission (Sec), l’authority che vigila sulle società quotate in Borsa, indaga sul fatto che JP Morgan Chase avrebbe assunto diversi figli di gerarchi della nomenclatura cinese, per ottenere in cambio lucrosi contratti con aziende di Stato nella Repubblica Popolare.
Un simile comportamento è normale in altre latitudini, economicamente ha una sua logica. Se assumendo il figlio di un leader straniero io mi garantisco ricchi affari per il futuro, non sto forse facendo il bene della mia azienda? Tuttavia la legge americana sulla corruzione all’estero è tra le più severe al mondo, e l’assunzione di “rampolli” dei Vip stranieri può ricadere dentro la definizione di questo reato. Corruzione, per l’appunto.
L’inchiesta della Sec verte su due casi in particolare. Il primo riguarda l’assunzione  di Tang Xiaoning, figlio di Tang Shuangning. Quest’ultimo è presidente del conglomerato pubblico China Everbright. In seguito all’assunzione del figlio, la JP Morgan Chase ottenne diversi contratti importanti da China Everbrighet.
Il secondo episodio è l’assunzione di Zhang Xixi, figlia di un dirigente delle ferrovie dello Stato cinesi. L’assunzione avvenne nel 2007, e nello stesso periodo JP Morgan Chase fu ingaggiata per il collocamento in Borsa di China Railway Group, azienda che costruisce linee ferroviarie per lo Stato.
Le authority Usa hanno ripreso ad applicare con severità il Foreign Corrupt Practices Act, la legge del 1977 che stalì regole molto severe contro il pagamento di tangenti all’estero. Fra l’altro quella legge proibisce alle società americane di offrire “qualsiasi cosa che abbia un valore a un funzionario straniero al fine di ricavarne vantaggi impropri negli affari”. L’assunzione di un figlio di potenti personalità straniere non può costituire reato in sé. Ma ul sospetto di violazione della legge può scattare se si dimostra che il figlio in questione “non ha le competenze necessarie”. Oppure, la presunzione di reato può nascere se l’azienda americana improvvisamente comincia a ottenere contratti o altri benefici da un partner straniero con il quale prima non riusciva a fare affari.
Il sistema di regole che vige qui, può sembrare quasi surreale se tradotto i Italia. Ve l’immaginate mettere sotto inchiesta i vertici di una grandissima azienda italiana perché hanno assunto un giovane incompetente, figlio di genitori importanti?
Il rigore americano si collega a distanze astrali non solo dall’Italia. Anche per i dirigenti cinesi, l’accusa mossa alla JP Morgan Chase suona strana. A Pechino  o a Shanghai hanno coniato un’espressione apposita . “ i principini “ – per designare quei rampolli della nomenclatura. A loro si spalancano automaticamente le porte di incarichi importanti in alte sfere dell’industria pubblica.
Non voglio dare l’impressione che qui negli Stati Uniti la meritocrazia prevalga sempre e ovunque. Ci sono eccezioni, mi viene in mente per esempio, l’ammissione di George W. Bush, mediocre studente, nella grande università dove aveva studiato anche suo padre, allora presidente degli Stati Uniti. Ma restano delle eccezioni.
Come dimostra il caso della JP Morgan Chase, l’America ha imparato da tempo una cosa importante: che la selezione dei migliori è nel suo interesse, le dà una marcia in più rispetto a paesi dove prevalgono logiche di clan.

Federico Rampini – Donna di Repubblica – 07 Settembre 2013

Lo Sapevate Che: Carta Canta..


Dove osano le due zarine

Rita Lorenzetti, ex governatrice dell’Umbria, arrestata per corruzione e altro.
Zoia Veronesi, storica segretaria di Bersani, indagata per truffa. Tutte e due con una carriera legata al Pd. Ma i vertici del partito tacciono.

In attesa di mettersi d’accordo su chi come quando perché e con quale abbigliamento parteciperà al congresso e alle primarie, i raperonzoli del Pd si sono scordati di commentare due casi giudiziari piuttosto imbarazzanti: l’arresto dell’ex governatrice dell’Umbria Maria Rita Lorenzetti, dalemiana di ferro e dunque presidente di Italferr,corruzione, abuso e traffico di rifiuti nell’ennesimo scandalo Tav a Firenze; e l’avviso di chiusura indagini (preludio della richiesta di rinvio a giudizio a giudizio) per Zoia Veronesi, storica segretaria di Bersani, indagata per truffa alla Regione Emilia.
Sui reati decideranno i giudici. Sui curricula delle due zarine dovrebbe esprimersi  il partito. La Lorenzetti, nata a Foligno nel 1953, si laurea in filosofia nel 1974 e subito dopo viene assunta dalla Provincia di Perugia.. Da allora, per 38 anni, vive a carico nostro: consigliere comunale, assessore e sindaco di Foligno, dal 1987 al 2000 deputato per quattro legislature (presiede la commissione Ambiente e Lavori Pubblici), poi fino al 2010 presidente della Regione per due mandati e infine, per convincerla a non ricandidarsi per la terza volta contro la legge, promossa a presidente di Italferr. Che è la società di engineering delle Ferrovie : l’ideale per una laureata in filosofia.
Le Intercettazioni del Ros dipingono le conseguenze di quel saltabeccare da una poltrona all’altra: un monumentale conflitto d’interessi dov’è impossibile distinguere i controllori (òe autorità di vigilanza inquinate dalla politica) e i controllati (la zarina e i compari della Coopsette rossa che realizza le opere). La Lorenzetti sistema alleati e rimuove ostacoli grazie a un trasversale reticolo di amicizie da D’Alema alla Finocchiaro, da Gianni a Enrico Letta, da Bersani a Catricalà. Le serve un decreto per trasformare le terre da scavo da rifiuti inquinanti da bonificare in innocui sottoprodotti di lavorazione? Gli amici romani lavorano per lei, fino al recente emendamento sanatoria del tesoriere Ds Sposetti. Bisogna togliere di mezzo “lo stronzo” dirigente dell’ufficio Via (Valutazione impatto ambientale della Regione Toscana) che si ostina a classificare i fanghi da scavo come rifiuti? Lo rimuove il governatore Rossi (“abbiamo levato di mezzo un coglione”).
C’è da premiare il geologo Bellomo che predica l’”assoluta biodegradabilità” dei veleni? Si chiama la Finocchiaro perché lo candidi alle elezioni. E quando lui scopre di non essere in lista, medita vendetta (“mi ha tradito quella che ogni mercoledì da quattro anni mi fa la lista delle cose che ha interesse che io le risolva”). E pazienza se, a furia di polverizzare i controlli, una galleria minaccia di cedere in caso d’incendio perché i materiali ignifughi sono scadenti: i costi delle opere lievitano ai danni dello Stato (ma non delle coop); una scuola rischia di crollare per gli scavi della stazione Tav: l’importante è tacitare i giornali, “i genitori dei bimbi armeranno un casino della Madonna”. I magistrati indagano? “E che cazzo, ci fanno diventare berlusconiani”.
La Veronesi La Assume la Regione Emilia nel ’93 quando Bersani diventa governatore. Poi lui va a fare il ministro e lei lo segue a Roma in aspettativa. Nel 2001, senza laurea né concorso, torna in Regione: dirigente, ma sempre al seguito di Bersani. Nel 2006 seconda aspettativa. Nel 2008 Errani le crea un secondo ufficio di rappresentanza regionale a Roma, dove lei continua a gestire  l’agenda di Pier Luigi. Tanto paga la Regione: 140 mila euro in due anni, più 16mila di rimborsi trasferta. Nel 2010 Bersani è segretario: la segretaria lascia finalmente la Regione, ma solo perché l’ha assunta il Pd, sempre a spese nostre.
Tutto ciò per i dirigenti del Pd è normale? Con che faccia denunciano i conflitti d’interessi altrui, predicando di tagliare i costi della politica e abolire il finanziamento pubblico dei partiti? Perché, mentre litigano sulle regole del congresso non ne approvano una semplice semplice affinché i casi Lorenzetti e Veronesi non si ripetano mai più? Basterebbe copiare un vecchio cavallo di battaglia di Grillo, forse il più serio: due mandati elettivi o amministrativi, poi a casa.

Marco Travaglio – L’Espresso – 3 ottobre 2013

Delizia del Palato!...


Torta al Cioccolato con Mousse e Uvette

Per 8 persone

450 gr di cioccolato fondente, 450 gr di burro, 200 ml di panna, 8 uova, 200 gr di zucchero semolato. Per la glassa: 150 gr di cioccolato fondente, 40 gr di burro, 2 cucchiaini da frutta di sciroppo d’acero. Per la scritta del decoro: 100 gr di cioccolato bianco fuso.

Per preparare la glassa: fare sciogliere il cioccolato in una casseruolina a bagnomaria, aggiungere il burro e lo sciroppo d’acero e togliere dal fuoco. In caso di doverla di nuovo riscaldare, immergere la casseruolina nel bagnomaria.

Per la torta: fare ammollare l’uvetta nel rum per 20 minuti, scolarla e tenere da parte il rum. Imburrare e rivestire con carta da forno la base e i lati di una pirofila quadrata di 17 cm. In una casseruolina scaldare dolcemente il cioccolato, il burro e la panna, mescolando continuamente fino a quando il cioccolato sia sciolto completamente ed il composto omogeneo. Lasciare raffreddare. Preriscaldare il forno a 180°. Sbattere le uova con lo zucchero ed incorporatele delicatamente al composto di cioccolato. Aggiungere l’uvetta e il rum rimasto. Versare il composto nello stampo e fare cuocere nel forno per 60 minuti. Fare raffreddare completamente la torta prima di toglierla dallo stampo e appoggiarla sul piatto di portata. Ricoprire la superficie con la glassa, livellando delicatamente la superficie con l’aiuto di un coltello. Per la decorazione: mettere il cioccolato bianco fuso, ma non troppo in una sacca da pasticceria col beccuccio piccolo oppure in una siringa da pasticceria e scrivervi quello che preferite.


Primi piatti della Domenica...


Bucatini gratinati con Melanzane fritte e Acciughe


Per 4 persone

400 gr di bucatini, 500 gr di acciughe, 6 foglie di salvia, uno spicchio d’aglio, 4 acciughe, ½ bicchiere di vino bianco, 2 melanzane lunghe, un pizzico di peperoncino, 2 cucchiai di pangrattato e 2 di pecorino grattugiato, olio q.b.


Pulite 500 gr di acciughe, sciacquatele e asciugatele con un foglio di carta assorbente da cucina. Scaldate in una larga padella ½ di olio con 6 foglioline di salvia spezzettate e uno spicchio d’aglio schiacciato, unite le acciughe, una presa di sale e mezzo bicchiere di vino bianco e cuocete per 5 – 6  minuti. Nel frattempo tagliate a fettine sottili le due melanzane lunghe, passatele nella farina e friggetele in abbondante olio, scolatele, salatele leggermente e tenetele al caldo. Cuocete 400 gr di bucatini, scolateli al dente e versateli nella padella delle acciughe, mescolate per un minuto, insaporite con un pizzico di peperoncino e spegnete. Disponete su un grosso piatto resistente al calore le fette di melanzane e sistematevi sopra i bucatini con le acciughe, distribuitevi due cucchiai di pangrattato e due di pecorino grattugiato e fate gratinare sotto il grill del forno per qualche minuto.


Ravioles, Gnocchi delle Valli Cuneesi

Per 4 persone

1 kg di patate, 3 etti di formaggio fresco ( toma del cuneese o castelmagno) sbriciolandolo, la farina di frumento e l’uovo.

 L’impasto va lavorato finchè diventa liscio e non appiccica più. A questo punto formiamo dei bastoncini grandi come un dito, tagliandoli a pezzetti e dando ad ognuno la forma di un piccolo fuso, premendo con le punta delle dita sulla spianatoia e allungando un po’ le estremità. Buttiamoli in una pentola dove bolle l’acqua salata e scoliamoli, quando vengono a galla. Condiamo con del burro soffritto (brunito), al quale avremo aggiunto la panna e spolveriamo con abbondante parmigiano grattugiato.


Canederli di Magro trentini


Per 4 persone

300 gr di pane raffermo, 2 bicchieri di latte, 1 cipolla, 30 gr. di burro, un ciuffo di prezzemolo tritato, 3 uova, 50 gr di farina, un lt. di brodo, sia vegetale che di carne.

Tagliate a pezzetti 300 gr. di pane raffermo e bagnatelo con due bicchieri di latte. Affettate finemente una cipolla e fatela appassire con 30 gr di burro. Unite il pane strizzato e un ciuffo di prezzemolo tritato. Sbattete 3 uova, salatele e aggiungetele all’impasto. Mescolate, controllate la consistenza, che dovrà risultare morbida, ed eventualmente, aggiungete altro latte. Lasciate riposare l’impasto per mezz’ora quindi, dopo aver aggiunto 50 gr di farina, amalgamate e formate delle polpette. Portate a bollore un lt. di brodo ( di carne, o vegetale), salato, lessatevi i canederli per 15 minuti e serviteli. In alternativi, proponeteli asciutti, come contorno di carne in umido.

sabato 28 settembre 2013

Pensieri: Saluto



“In tutte le cose della natura esiste qualcosa di meraviglioso”

(Aristotele)


Buon fine settimana a tutti!

Pensieri: Saluto

































(Amo - La - Vita) - Anonimo



Un primo pensiero positivo appena ti svegli può migliorare tutta la tua giornata, buongiorno!

Anonimo

Buona giornata a tutti!

Lo Sapevate Che: L'Antitaliano...


Strage di Bambini nella Terra dei fuochi

Da un lato le tante vittime di tumore.
Dall’altro le tante inchieste sullo smaltimento di rifiuti tossici. Due elenchi terribili dietro i quali c’è  una tragedia che pare riguardare solo il Sud. Ma in realtà riguarda tutto il Paese.

A volte basta raccogliere poche informazioni, basta mettere insieme poche parole. A volte basta un semplice elenco per capire che si è raggiunto un punto di non ritorno.
Riccardo morto di tumore a 22 mesi. Alessia morta a 9 anni. Francesco a 14 anni. Mesia a 3 anni. Antonio a 9 anni. E’ la strage della “ Terra dei fuochi”. Tutti bambini di Giugliano, Afragola, Succivo, Caivano, Marcianise, divorati dal cancro, in una terra avvelenata. Una terra che non fa sconti nemmeno a chi non ha avuto il tempo di macchiarsi di alcuna colpa. Una terra che ancora ama descriversi come amichevole e solare, ma che invece è dura e inclemente.
E poi Adelphi (1993), Econox (2002), Murgia Violata (2002), Greenland (2002), Re Mida (2003), Cassiopea (2003), Eldorado (2003), Mosca (2004), Terra Madre (3006), Dirty Pack (2007). E’ l’elenco delle inchieste che riguardano lo smaltimento di rifiuti tossici in Italia, reati commessi per la parte maggiore in Campania.
Tra Questi due terribili elenchi c’è più o meno quanto segue: persone da sensibilizzare a una tragedia che pare riguardare solo una parte del Paese, il Sud, ma che in realtà lo riguarda tutto. Persone che lavorano per sensibilizzarne altre. Persone che lavorano ogni giorno per risolvere un problema che ha creato danni irreversibili. Persone che irresponsabilmente se ne disinteressano. Organizzazioni criminali che non hanno scrupoli e che, come raccontano i collaboratori di giustizia, hanno posizioni simili a questa: “ Che ce ne fraga se si inquina la falda acquifera, noi beviamo acqua minerale”. Organizzazioni criminali che hanno costruito fortune sullo smaltimento illecito di rifiuti e che si stanno riciclando nel settore delle bonifiche. Politici conniventi. Politici che non comprendono, che ignorano, che minimizzano, che offendono. Come dimenticare l’infelice dichiarazione di Beatrice Lorenzio, ministro della Salute, secondo cui la percentuale di tumori, più alta in Campania rispetto al resto d’Italia, sarebbe dovuta a stili di vita scorretti. Istituzioni talvolta prepotenti, irrispettose e prevaricatrici. Come dimenticare l’aggressione verbale che don Maurizio Patriciello, il parroco di Caivano in prima linea nella lotta ai reati ambientali, subì dall’ex prefetto di Napoli Andrea De Martino un anno fa. Persone che denunciano, persone che querelano chi denuncia. Persone che sono infastidite quando altri denunciano. Gruppi che ritengono che questa battaglia debba restare prerogativa di alcune e selezionate persone, che debba essere combattuta solo a livello locale, e che parlarne sui media nazionali possa – non è ben chiaro in che modo e per quale motivo – creare danno.
Dietro questi due elenchi ci sono tutte le contraddizioni di un Paese che è sempre sull’orlo di una crisi di governo. Un Paese in cui i politici non abbracciano più le cause giuste nemmeno per opportunismo elettorale. Dietro questi due elenchi c’è un Paese che mente. Che mente su tutto. Sul benessere dei propri cittadini. Sullo stato della crisi. Dietro questi due elenchi ci sono i sacrifici e il sangue di persone che non hanno scelta. Dietro questi due elenchi c’è opportunismo, il cinismo e l’incapacità di gestione di altre persone.
Sono Anni che a denti stretti e con tanta rabbia in corpo parliamo della “Terra dei fuochi”. Ora sono in tanti a sapere e a raccontare, ma non basta. Non basta perché si cono zone dove vivere è impossibile. Impossibile per il tanfo che si sente nell’aria, tanfo di rifiuti incendiati, tanfo di morte. Dietro questi due elenchi c’è chi ogni giorno si sveglia, vive, ama e muore in quella terra avvelenata che dobbiamo smettere di chiamare maledetta. E per farlo non basta che della “Terra dei Fuochi” ne parlino i giornali locali, i comitati di quartiere, gli attivisti che da anni urlano inascoltati. Per spegnere il fuoco c’è bisogno dell’empatia di tutto il Paese, di un Paese che in queste battaglie può dimostrare di non essere morto.
Roberto Saviano – L’Espresso – 3 Ottobre 2013


Lo Sapevate Che: Scienze & Tecnologia: Alzheimer...

  
Quando il junk food è un Killer

E se l’aumento vertiginoso di demenza che soprattutto nei paesi più ricchi non fosse altro che il più terribile tra i frutti avvelenati delle nostre abitudini alimentari? Se fosse collegato a grassi saturi e zuccheri? Qualcuno ha iniziato a pensarlo, e stanno venendo fuori prove. Intanto i numeri: si stima che, nel mondo, nel 2050 ci saranno ben 115 milioni di persone con la demenza di Alzheimer, contro i 36 attuali (in Italia oggi sono un milione, e il loro numero aumenta di 150 mila unità ogni anno). Colpa innanzitutto dell’allungamento progressivo dell’età media, essendo la demenza una degenerazione tipica del cervello che invecchia. Ma questa spiegazione, da sola, non basta, perché altre patologie  dell’invecchiamento non hanno affatto un trend analogo e soprattutto perché la crescita non è visibile in tutte le popolazioni che hanno allungato progressivamente la durata della vita, ma solo in quelle che mangiano peggio e ingrassano di più.
Tra i più convinti sostenitori di questa ipotesi c’è Suzanne de la Monte, neuropatologa della Brown University di Providence, in Rhode Island, che ha proposto addirittura di chiamare la demenza diabete di tipo 3, per distinguerlo da quello di tipi 1, giovanile, autoimmunitario, e da quello di tipo 2, associato all’obesità. Tra i molti esperimenti condotti, la ricercatrice ha infatti visto che se nutriva gli animali con cibi ricchi di grassi, zuccheri e calorie, le performance cognitive iniziavano molto velocemente a declinare, fino a giungere a manifestazioni di vera e propria demenza. A ciò corrispondeva un calo vistoso della sensibilità all’insulina, una delle condizioni che spianano la via al diabete di tipo 2. Se infatti è ben noto che l’insulina è l’ormone incaricato di tenere sotto controllo gli zuccheri nel sangue, negli ultimi anni è stato dimostrato che essa agisce anche come un vero neurotrasmettitore, aiuta le cellule nervose a interagire e fa molto altro, a livello centrale. Di più: nel diabete 2, all’aumento di peso è associata una vistosa crescita del rilascio di mediatori dell’infiammazione. E nel cervello, ciò spiegherebbe l’infiammazione che sempre accompagna la demenza.
E iniziano a esserci anche studi nell’uomo. Alcune ricerche fatte su cadaveri confermano infatti l’associazione insulina-demenza. E per quanto riguarda i vivi, ci sono test di Susanne Craft, pioniera degli studi sull’Alzheimer, che ha nutrito per un mese un gruppo di volontari con una dieta ad alto tenore di grassi e zuccheri, e un altro gruppo con alimenti con pochi grassi e zuccheri, e ha poi dimostrato che nei primi il liquido cerebrospinale presentava un cambiamento alquanto preoccupante: l’aumento della beta amiloide, la proteina che nell’ Alzheimer si deposita fino a devastare intere aree cerebrali. In un altro esperimento la scienziata ha somministrato insulina in spray nasale a un centinaio di persone, dimostrando che migliorava la memoria, la capacitò decisionale e le prestazioni. E i suoi studi sono così convincenti che i National Institutes of Health le hanno concesso un super finanziamento da 7,9 milioni di dollari per capire meglio se e come questa possa essere una vera terapia, mentre altri ricercatori stanno già testando nell’uomo gli antiabetici orali come cura anti-Alzheimer.

Agnese Codignola – L’Espresso – 26 Settembre 2013

Delizia del Palato!


Frittelle di Mele

Per 4 persone

4 mele, 2 uova, gr 50 di farina, ½ bicchiere di latte, 2 cucchiai di zucchero, gr 50 di zucchero a velo, liquore Maraschino (o Marsala), olio, sale.

Sbucciate le mele, togliete il torsolo con l’apposito arnese, affettatele, mettetele a macerare in una terrina ben irrorate di Maraschino e spolverizzatele con lo zucchero. Preparate la pastella sbattendo le uova con due cucchiai di zucchero, 50 gr di farina, ½ bicchiere di latte. Fate riposare. Poi immergete le fette di mele, una alla volta, facendole friggere in una padella con abbondante olio bollente. Rivoltatele da entrambi le parti e mettetele a scolare su carta assorbente. Sistematele poi su un piatto da portata, spolverizzatele con zucchero a velo.


Invitandovi al desco della Proteina!...


Coniglio al " Civet", ricetta Piemontese

Per 6 persone

1 coniglio di 2 kg completo di fegato, 1 cipolla, un gambo di sedano, una carota, uno spicchio d’aglio, rosmarino, alloro, salvia, 6 chiodi di garofano, un pezzo di cannella, 6 bacche di ginepro, 5 grani di pepe, 1 lt e ½ di vino corposo rosso, sale, olio.


Lavare il coniglio e ridurlo a pezzetti, mantenendo intero il fegato. Pulire tutte le verdure e gli aromi. Tagliare a metà la cipolla e fette grosse, il gambo di sedano e la carota a tocchetti, l’aglio a fette. In un grande contenitore mettere tutto il coniglio, aggiungere le verdure, i gusti, le droghe, il fegato e coprire con tutto il vino. Lasciare in infusione per una notte. Prelevare i pezzi di coniglio, le verdure e gli aromi con una paletta forata e metterli in un tegame con 4 cucchiai di olio. Fare rosolare il tutto per 10 minuti, rigirandoli ogni tanto. Aggiungere il vino di infusione. Fare cuocere per 2 ore, adagio, controllando che non manchi il vino, se no aggiungere un po’ di acqua calda. Verso fine cottura unire il fegato. Prelevare tutti i pezzi del coniglio e il fegato. Passare dal passaverdura il fondo di cottura con le verdure, i gusti ed il fegato. Rimettere nella casseruola i pezzi di coniglio con il passato. Servirlo caldo, accompagnando con una morbida polenta o con un riso pilaf, o con un piatto di cous cous.


Quaglie al Pomodoro e Riso, ricetta Greca


Per 6 persone

12 quaglie, 1 cipolla tritata, 5 pomodori maturi, 2 tazze di riso, 80 gr di burro, sale, pepe.

Pulire, bruciacchiare le quaglie e lavarle bene. Se sono troppo grandi tagliarle alla metà. Salarle, peparle e farle friggere girandole da tutte le parti in un tegame col burro spumeggiante. In una casseruola mettere 3 cucchiai del burro di cottura delle quaglie e fare imbiondire la cipolla tritata. Appena imbiondisce aggiungere i pomodori pelati e tritati. Lasciare cuocere la salsa con le quaglie per 3 minuti, poi versarvi 3 tazze di acqua calda. Fare bollire per 10 minuti e aggiungere altre 2 tazze d’acqua calda e il riso. Abbassare il fuoco e girare la preparazione ogni tanto affinché non attacchi sul fondo. Quando tutta l’acqua sarà stata assorbita e il riso cotto, servire subito con una grattata di pepe.


Polpettone di Lonza Catalano


Per 6 persone

600 gr di lonza, 2 uova, 3 spicchi d’aglio, 2 ciuffi di prezzemolo, pangrattato, farina, 300 gr di seppie (che vi farete pulire dal pescivendolo), un bicchiere di vino bianco, olio, sale e pepe.

Tagliate a pezzi la carne di lonza, poi tritatela. Mettete la carne in una terrina, unite le uova e 4 cucchiai di pangrattato. Aggiungete l’aglio e il prezzemolo tritati finemente, amalgamate bene, salate, pepate. Formate col composto un polpettone a forma di cilindro, compatto, e passatelo più volte nella farina, appoggiandolo su una pellicola, per farlo rotolare e infarinare meglio. Lavate e asciugate le seppie, già pulite. Staccate i tentacoli dalle sacche e teneteli da parte. Con le forbici tagliate a striscioline. Versate 4 cucchiai d’olio in una teglia da forno e adagiatevi le seppie, sia le sacche che i tentacoli, salate e pepate. Posate il polpettone al centro della teglia, sopra le seppie. Bagnate con il vino e fate cuocere in forno preriscaldato a 180° per 40 minuti. Lasciate gratinare per 5 minuti. Servite il polpettone a fette con le seppie. 

venerdì 27 settembre 2013

Pensieri: Saluto


Sulle Strade Del Cuore - dal web

Tieni stretto ciò che è buono,
anche se è un pugno di terra.
Tieni stretto ciò in cui credi,
anche se è un albero solitario.
Tieni stretto ciò che devi fare,
anche se è molto lontano da qui.
Tieni stretta la vita,
anche se è più facile lasciarsi andare.
Tieni stretta la mia mano,
anche quando mi sono allontanato da te.
Buon fine venerdì a tutti!

Pensieri: Saluto


Antonia e Giuliano - Lo Scrigno degli Aforismi -

Buona giornata a tutti!

Lo Sapevate Che: Per Studiare Meno...


Cinque Trucchi Per Studiare Meno.
E Avere Ottimi Voti

No a riassunti ed evidenziatori. Meglio sfruttare il modo in cui funziona
la memoria. Ecco come

Bando a riassuntivi ed evidenziatori, la ricetta per ottenere il massimo risultato scolastico col minimo sforzo è un’altra: auto interrogarsi, alternare le materie studiate a intervalli di un’ora e allungare il tempo che passa tra lo studio e il ripasso. Lo sostiene una ricerca comparata degli psicologi cognitivi americani Elizabeth Marsh, Daniel Willingham, John Dunlosky e <Katherine Rawson, che hanno passato in rassegna 700 studi degli ultimi anni sull’efficacia dei metodi di apprendimento. I loro risultati sono su Scientific American Mind.
Il metodo vincente, dicono, è l’autointerrogazione, che si può fare preparandosi, foglietti con una domanda su un lato e la risposta sul retro. Una tecnica che aiuta a memorizzare non solo l’informazione rappresentata dalla specifica risposta: ricercando questa nella memoria si rievocano infatti anche altre informazioni che le sono correlate, arrivando alla fine all’incirca al raddoppio delle nozioni apprese.
Il secondo supermetodo consiste nel distribuire lo studio nel tempo. Si ricorda di più se tra la prima memorizzazione e il ripasso passano 15 giorni. Il ripasso troppo ravvicinato non impegna infatti abbastanza la memoria a lungo termine, e i ricordi si consolidano di meno.
Il terzo sistema è quello delle “domande elaborative”. Nel 1987 i pionieri di questo metodo, Pressley e McDaniel, della Washington University, passarono a due gruppi di studenti una lista di frasi che descrivevano azioni di un uomo, come “L’uomo affamato entrò nell’auto”. Poi a un gruppo fornirono spiegazioni per ogni frase  (L’uomo affamato entrò nell’auto per andare al ristorante”) e all’altro domande elaborative (“Perché quell’uomo agì così? Perché era affamato”). Il gruppo delle domande ricordò le situazioni con un’accuratezza quasi doppia rispetto all’altro. Perché, conclusero i due psicologi, quando si cerca di rispondere si attivano schemi mentali che organizzano l’informazione in un modo che ne renderà efficiente il recupero a posteriori.
Il quarto sistema, detto auto spiegazione, consiste nello spiegare ciò che si sta studiando alla luce di ciò che si sa già chiedendosi: “Come si correla questo nuovo argomento a quelli già visti?”. Ciò aiuta a memorizzare non solo gli argomenti, ma soprattutto le loro connessioni.
Il quinto sistema è lo studio intrecciato”, che consiste nell’affrontare le materie “a blocchi alternati”. Se passiamo molto tempo su una sola materia, infatti, le informazioni possono rimanere tutte nella memoria a breve termine. Ma se alterniamo, tra una materia e l’altra dovremo liberare la memoria a breve termine, da dove potremo recuperarlo dopo un’ora: così facendo lo ricorderemo più a lungo.
Meno efficaci sono risultati, invece, sistemi in voga come la compilazione di riassuntini, la sottolineatura e l’evidenziazione: possono aiutare di fronte a testi difficili, ma in genere ostacolano la capacità di astrarre.

Giuliano Aluffi – Venerdì di Repubblica – 20 Settembre 2013

Lo Sapevate Che: La Vita è una Giungla....


Cari ragazzi bravi e delusi, è vero, la vita
È una giungla, ma basta con i piagnistei

Caro Serra, sono una ragazza di 19 anni, appena diplomata al liceo classico,
disillusa, angosciata, arrabbiata e spaventata. Ho avuto una carriera
scolastica fatta di delusioni e ingiustizie continue e di rivalse che non
arrivavano. Ho studiato mattina e sera per il mio esame di maturità, ci ho messo tutto l’amore e la passione che possedevo, portando percorso basato su L’insostenibile leggerezza dell’essere di Milan Kundera, collegando ogni materia con una frase del libro, esplorando fili tematici politici, metafisici, filosofici. Ho avuto 80. Molti miei compagni di classe (uno di questi aveva portato possiedono  un percorso sul gossip) che possiedono una cultura fatta di frasi prese a caso su face book, di notiziole da quattro soldi su Belèn Rodriguez e di reality show, che in 5 anni di liceo quel poco che avevano fatto l’avevano studiato dai miei appunti e riassunti, hanno avuto voti di gran lunga superiori al mio. E’ stata la prima vera delusione della mia vita.
Ho sbirciato per la prima volta attraverso il sipario del mondo e ho visto un piccolo pezzo della giungla che c’è la fuori. Ora mi chiedo: perché devo vivere in un Paese in cui la meritocrazia non esiste? In cui molto probabilmente verrò scavalcata da persone che valgono meno di me solo perché, come mi ha detto mia madre, sono figlia di nessuno? So che subirò ingiustizie molto più grandi, e questo mi spaventa e mi sconforta. Dopo la fine del liceo vivo sprofondata in questo senso di angoscia perenne e sento il peso del mio futuro che mi cala addosso pian piano.
E ho paura di quello che mi aspetta, ho paura di non avere la capacità per affrontare il mondo. E sono sconfortata perché io questo mondo vorrei mangiarmelo, voglio andare all’università, studiare, mettermi in gioco, arrivare in alto, svegliarmi la mattina e pensare “che bello, vado a lavorare”: ma ho paura, perché questo è un Paese per vecchi, ricchi e imbroglioni. In Italia non vai da nessuna parte se sei figlia di nessuno.
Carolina (Salerno)

Carolina, devo sgridarti. La mia età più che matura me lo consente. I toni della tua lettera sarebbero appropriati se scaturissero da una condizione tragica, o molto precaria. Invece sei una ragazza che ha appena preso la maturità classica con un voto che farebbe la felicità di tuoi coetanei. Che tuoi compagni meno meritevoli e più futili di te abbiano preso un voto più alto fa parte della vita, dei suoi squilibri e anche della casualità con la quale il destino spesso distribuisce le sue occasioni. Finchè vivrai vedrai cretini di successo e mezze cartucce riverite solo perché ricoprono una posizione di potere. Se perderai tempo a roderti per queste cose, farai solo torto a te stessa.
Il tuo valore, la tua misura devono farti da guida, e una buona dose di “non di curar di loro” aiuta a non pagare, oltre al prezzo dell’ingiustizia, il sovrapprezzo del rancore.
Quanto alla “figlia di nessuno”, scusa se te lo dico, ma uno dei tratti storici (nefasti) del “carattere italiano”, specie nel Sud dove tu vivi, è pensare che essere “figli di”, o non esserlo, è ciò che determina, da sé solo, il destino delle persone. A furia di pensarlo, e di farne un’ossessione, si finisce paradossalmente per rafforzare questo difetto, per eternarlo, per trasformarlo in Norma. Eppure conosco figli di nessuno che, ricorrendo solo alle proprie forze, hanno avuto vite di clamoroso successo economico e sociale, e “figli di” che hanno avuto vite mediocrissime, da mantenuti, da sopportati, spintonati come sacchi di patate. Basta con le lagne, Caterina. Sì, è proprio così, la vita è una giungla. Ma nella giungla si diventa grandi e si diventa forti. Sono stufo di sentire ragazzi di vent’anni che parlano solo di paura, di depressione, di frustrazione. E quando tua madre ti dice che sei “figlia di nessuno”, rispondile che ognuno è prima di tutto figlio di sé stesso. Se permetti, un abbraccio.

lapostadiserra@repubblica.it –Venerdì di Repubblica – 20- Settembre 2013

Speciale: Pesce!...


Nasello in Polpette con Patate

Per 4 persone

600 gr di filetti di nasello (anche surgelato), 2 uova, prezzemolo tritato, pangrattato, 1 cipolla, 1 cucchiaino di curry, olio, sale.


Lavate e sbucciate le patate. Riducetele a pezzi. Mettetele in una casseruola, coprendole con acqua fredda. Unite un cucchiaino di sale e portate a ebollizione, lasciando cuocere per 20 minuti. Scolatele e passatele allo schiacciapatate. Versate 3 cucchiai d’olio in una padella e fate appassire la cipolla tritata, aggiungete un cucchiaino di curry e lasciate rosolare per 1 minuto. Unite nella padella il pesce, dopo averlo lavato, asciugato e ridotto a pezzetti. Lasciate cuocere per 10 minuti a fuoco moderato e mescolando di tanto in tanto. Schiacciate il pesce con una forchetta e unitelo alle patate. Aggiungete i tuorli e regolate di sale. Formate con le mani delle polpette grosse come palline da ping-pong, passatele prima negli albumi sbattuti e poi nel pangrattato. Friggetele in una padella con abbondante olio caldo. Scolatele su carta assorbente da cucina e servite subito. 


Brodetto alla Marchigiana, ricetta delle Marche

Per 10 persone

2 kg di pesci: ( no seppie e anguille che a piacimento devono essere eventualmente cotte a parte e poi unite dopo al pesce), qualche grosso scampone, 200 gr di filetti di scorfano, 3 cipolle, 1 carota, 1 gambo di sedano, 9 pomodoro maturi, 1 bicchierino di aceto bianco, olio, sale, pepe. Per accompagnare fette di pane casereccio tostate e strofinate con aglio.

Diliscare tutto il pesce e tagliare i filetti a pezzi. Sgusciare gli scamponi ed eliminare il sbudellino nero. Mettere tutti gli scarti in una casseruola, unire 1 cipolla, la carota e il gambo di sedano, tutti puliti e spezzettati, 1 pomodoro tagliato a pezzi e coprire a filo di acqua. Cuocere a fuoco dolce per 40 minuti, poi filtrare schiacciando bene le teste e ridurre a fuoco vivo il fondo sino ad avere circa 2,5 dl di residuo di liquido. Pelare i pomodori residui, ridurli a dadini e cuocerli per 20 minuti nel fondo del liquido, aggiungendo i filetti di scorfano tagliato a pezzi, unire le 2 cipolle pulite e ridotte a fettine. Frullare il tutto e regolare di sale e pepe. Mettere la crema in una casseruola, unire il bicchierino di aceto bianco, portare a bollore, unire tutti i pesci e gli scamponi, (unire se preparati anche i pezzi di anguilla e seppie), cuocere per 1 minuto e spegnere. Servire preparando nei singoli piatti le fette di pane casereccio tostate, strofinate con aglio e ricoperte col brodetto e pesci, condite con un filo d’olio.


Polpo alla Greca: Bollito o al vino rosso

         Bollito

Per 6 persone

1 polpo da 1,500 kg, 3 spicchi d’aglio, aceto, origano, olio, sale, pepe.

Lavare il polpo togliendo occhio e becco. Metterlo in una casseruola gocciolante ancora della sua acqua e senza aggiungere altra acqua, portarlo a bollore a calore medio. Appena ha assorbito tutta la sua acqua, aggiungerne ancora un po’, tiepida, sino a che sia tenero. Appena cotto, scolarlo e tagliarlo a pezzetti. Metterlo in una zuppiera da portata e condirlo con gli ingredienti preparati e mischiati prima in una ciotola: 3 spicchi d’aglio affettati, 1 cucchiaio di origano, 4 cucchiai d’aceto, 3 tazze di olio, una grattugiata di pepe. Regolare eventualmente di sale. Mischiare bene e servire.

         Al Vino Rosso

Per 8 persone

2 kg di polipo, 2 dl di vino rosso barbera, 4 pomodori maturi, 2 foglie di alloro, olio, sale, pepe.

Lavare il polpo togliendo occhio e becco. Tagliarlo a picco pezzi (senza asciugarlo dell’acqua) e metterlo in un tegame capiente. Fare bollire a calore moderato, sino a completa evaporazione della sua acqua. Aggiungere 1 bicchiere d’olio, far scaldare e aggiungere i pomodori, senza pelle e semi e ridotti a tocchetti, e le foglie di alloro. Dopo un quarto d’ora, aggiungere il vino e una grattugiata di pepe. Regolare di sale. Continuare la cottura sino a che sia tenero e la salsa addensata. Servirlo accompagnando con riso pilaf.

giovedì 26 settembre 2013

Pensieri: Saluto


( Amo - La - Natura )
Credo nelle idee che diventano azioni
Ezra Pound, da

Buona serata a tutti!

Pensieri: Saluto

“La bontà d’animo non è una maschera per ricoprire abissi, né abito da cerimonia da indossare solo in qualche occasione … non è una luce a intermittenza o un vuoto da colmare con parole altrui raccattate in giro o prese in prestito…
La bontà d’animo o c’è, o non c’è, e se c’è non strilla o si vanta ammantandosi di penne di pavone, ma traspare in ogni istante da quel che ognuno è e ognuno fa…è una luce soffusa e discreta che irradiandosi accarezza tutto quello che tocca”
Ottimista Sempre

buona giornata a tutti!

Lo Sapevate Che: E La Tubercolosi Torna a Fare Paura anche all'Europa...


 Alimenta la resistenza ai farmaci e l’obiettivo dell’Onu di vedere dimezzati  i casi entro il 2015 è lontano (ma Non Per L’Italia)

Uno degli Obiettivi del Millennio che si era data nel 2000 per il 2015 era il dimezzamento nel numero di casi di tubercolosi, una delle malattie più micidiali e antiche. La Tbc, come ha rivelato una recente analisi del Dna di 259 ceppi del Mycobacterium tuberculosis condotta da ricercatori svizzeri, ci perseguita addirittura da 70 mila anni, ben prima che gli esseri umani cominciassero ad allevare bovini, gli animali da cui, finora, si pensava arrivasse il batterio. E, purtroppo, questa malattia, che colpisce nel mondo ogni anno quasi nove milioni di persone, provocando 1,4 milioni di morti, si sta rivelando un osso tanto duro che neanche la ricca Europa riuscirà a dimezzarne la presenza. Lo conferma il rapporto 2013 dell’Oms sulla Tbc nel nostro continente.
Nel 2000, in Europa, si contavano circa 400 mila casi di Tbs, nel 2011 sono scesi a 380 mila (72.334 nella Ue, 19 mila casi dei quali in Romania), con ancora 44 mila morti l’anno: quasi impossibile arrivare ai 200 mila dell’Obiettivo entro il 2015. Tanto più che alcuni dati fanno temere all’Oms che la tendenza al ribasso in Europa stia rallentando, se non invertendosi. La curva di discesa, probabilmente per via degli immigrati che, vivendo spesso in condizioni disagiate, sono più soggetti ad ammalarsi, si è arrestata in Norvegia, Danimarca, Svezia, Polonia, Gran Bretagna, mentre in Belgio si è addirittura deciso di riaprire un sanatorio, a dieci anni dalla chiusura dell’ultimo, da dedicare ai casi di Tbc resistente ai farmaci.
L’arrivo di queste forme resistenti (quasi seimila casi in Europa nel 2011), oltre a destare preoccupazione, fa crescere il costo economico della malattia, che tocca i sei miliardi nella Ue: un ciclo di cure contro un ceppo di Tbc normale costa 7900 euro, per una multiresistente si arriva fino a 170 mila euro. L’Italia, per una volta, è però fra i primi della classe. Da noi la Tbc è ancora in regressione: 8,4 casi ogni 100 mila abitanti nel 2000, 7,7 nel 2006, 5,8 nel 2011. Siamo fra i pochi con qualche chance di dimezzare i casi entro il 2015.
Alex Saragosa – Venerdì di Repubblica – 20 – Settembre 2013

Lo Sapevate Che: Pregiudizio e Fallimento...


Nessun Pregiudizio Sulle Large Intese, ma
Il Fallimento E’ Chiaro

Qualche  lettore lamenta il “pregiudizio ideologico contro le larghe intese”
Che vizierebbe le opinioni di questa rubrica e di altre firme di Repubblica.
Vediamo di capirci. Non c’è alcun pregiudizio ideologico, semmai una valutazione dei fatti  concreti. Il Pd e il Pdl sono nella stessa maggioranza ormai da quasi due anni, dall’autunno del 2011, quando è stato insediato il governo Monti. Nella sostanza si tratta di un periodo di continuità: il governo Letta ha di fatto seguito la strada tracciata dal governo dei tecnici. Il biennio di grande coalizione è disastroso.
Nei due anni l’Italia ha affrontato la peggiore recessione economica dal dopoguerra, si sono persi centinaia di migliaia di posti di lavoro e la disoccupazione giovanile ha toccato il massimo storico. Il debito pubblico ha continuato a crescere, così come il fabbisogno dello Stato, in assenza di tagli o di riforme adeguate. In compenso la pressione discale è salita a livelli intollerabili per individui e imprese. E la lotta all’evasione, più volte annunciata, non ha prodotto alcun risultato concreto.
L’unico effetto positivo dei governi Monti e Letta di larghe intese è stata la riduzione dello spread dai livelli record toccati nell’ultima fase dei governi Berlusconi. Ma il merito va all’azione della Bce guidata da Draghi e non a quella dei governi italiani.
Sul piano del rapporto fra cittadini e politica il quadro è notevolmente peggiorato, e non era semplice. Nessuna delle riforme del sistema politico, fra le tante promesse, è stata portata a termine. A cominciare dalla legge elettorale che doveva sostituire l’immondo Porcellum. Il segnale arrivato con le elezioni di febbraio è stato terrificante, ma i due partiti maggiori, Pd e Pdl, che insieme hanno perso dieci milioni di voti, hanno deciso di ignorarlo e di procedere insieme come se nulla fosse accaduto.
L’unico timido provvedimento di moralizzazione della vita pubblica italiana approvato negli ultimi dieSonoci anno di chiacchiere, la legge Severino, è oggi sotto accusa. Mezzo governo vorrebbe cancellarla e dichiararla incostituzionale e per questo ricatta l’altra metà.
In tutto questo l’ideologia e l’antiberlusconismo non c’entrano nulla. Questi governi di unità nazionale saranno ricordati come uno dei periodi più confusi, inutili e anzi nocivi della storia italiana. Sono soltanto un patetico e disastroso tentativo di un ceto politico ormai al capolinea di sopravvivere al proprio conclamato fallimento.

Curzio Maltese – Venerdì di Repubblica – 20 Settembre 2013

Delizia de Palato!...


Dolce al cucchiaio di mele e Fiocchi d'Avena

Per 6 persone

400 gr di fiocchi d’avena, 250 gr d zucchero di canna integrale, 4 mele renette, 80 gr di burro.

Portare il forno a 200°. Imburrare una tortiera rotonda di circa 25 cm di diametro. Lavare, pelare e tagliare le mele a fettine non troppo sottili. A parte in una ciotola mischiare all’avena il burro precedentemente fuso. Versare il composto preparato sulle mele e livellare la superficie. Coprire con fiocchetti di burro e infornare per circa 20-25 minuti. Si serve tiepido o freddo, in coppette.


Con le Verdure...


Teglia di Melanzane e Patate

Per 4 persone

4 melanzane, 4 patate, 1 cipolla, 1 mestolo di brodo, olio, sale e pepe.

Tagliate a cubetti 4 melanzane, lavate, non pelate ed asciugate. Pelate le patate e tagliatele prima a metà, poi in quarti e poi ancora ogni spicchio in quarti. Affettate la cipolla e fatela appassire in una teglia da forno con 4 cucchiai d’olio, quindi unitevi le melanzane. Fate insaporire a fuoco vivace e unitevi le patate, facendole rosolare per 2 minuti. Bagnate con un mestolo di brodo caldo e mettete in forno preriscaldato a 180° per 35 minuti, e comunque fino a quando il liquido sarà assorbito. Salate e pepate. Servite.


Carote Crumble

Per 6 persone

1 kg di carote novelle, curry, latte, sale e pepe. Per la copertura del crumble: 60 gr di farina, 60 gr di pangrattato, 90 gr di pistacchi tostati, salati e tritati grossolanamente, 3 cucchiaini di curry, 100 gr di burro, sale e pepe.

Grattare le carote, lavarle e ridurle a rondelle sottili. Farle cuocere a vapore per 10 minuti. Metterle in una terrina, insaporirle con 2 cucchiaini di curry, sale e pepe. Aggiungere qualche cucchiaio di latte e mescolare bene dolcemente gli ingredienti. In una terrina mettere la farina, il pangrattato, i pistacchi, 2 cucchiaini di cumino, 70 gr di burro ammorbidito a piccoli tocchetti, un pizzico di sale e pepe. Lavorare il tutto con le punta delle dita al fine di ottenere una pasta granulosa. Imburrare con il burro residuo una pirofila. Mettere sul fondo le carote e ricoprirle con la pasta sbriciolata. Fare cuocere in forno preriscaldato a 200° per 30 minuti. Dovesse colorire troppo, coprire la pirofila con un foglio di carta argentata e abbassare il calore del forno a 190°. Servire nella pirofila in tavola. 


Panzerotti alle Zucchine

Per 4 persone

700 gr di pasta di pane, 500 gr di zucchine, 250 gr di ricotta, 150 gr di pancetta affumicata a fettine, 100 gr di gruviera, 2 cipollotti novelli, origano, olio sale e pepe.

Spuntate, lavate e asciugate le zucchine. Riducetele a fettine sottili e fatele saltare in padella con un po’ d’olio per circa 5 minuti, salate, insaporite con una macinata di pepe e una spolverata di origano. Ricavate dalla pasta 4 pagnottelle, che allargherete a forma di piatto a pochi millimetri di spessore. Spalmate su metà di ogni disco la ricotta, distribuitevi sopra le zucchine e i cipollotti affettati sottilmente, metà del gruviera, tagliato a dadini piccolissimi, e le fettine di bacon ( tenetene 4 da parte ). Ripiegate la pasta in modo da formare dei panzarotti che sigillerete bene, con le mani umide di acqua. Appoggiateli sulla placca del forno foderata di carta forno, unta di olio, e cospargeteli con il rimanente gruviera grattugiato. Sistematevi sopra le fette di bacon avanzate. Poneteli in forno preriscaldato a 200° per 25 minuti.