Etichette

sabato 30 giugno 2012

Lo Sapevate che: Paura....



Paura: Una Parola Di Cui Si Abusa Nei Giornali E In Tv

I terremoti ci perseguitano.
Ed è ovvio che anche la persona più coraggiosa del mondo, quando la terra trema, ha paura.

Non c’è possibilità di difesa: se c’è pericolo che ti cada addosso il soffitto, che il pavimento ti si apra sotto ai piedi, puoi solo tentar di scappare. E’ quindi comprensibile che alla televisione e nei giornali il triste vocabolo sia usato con martellante insistenza: paura, paura, paura. E ben presto lo si è usato, non solo per descrivere lo stato d’animo di chi si trova in mezzo al terremoto, ma anche come stenogramma, per indicare quali zone siano particolarmente esposte al pericolo: il titolo “Paura nella Valle Padana” significa che secondo i sismogogi la Valle Padana può mettersi a tremare da un momento all’altro.
Tutto comprensibile, tutto chiaro. Ma è proprio inevitabile usare tanto spesso questa brutta parola? Poiché è scontato che uno sventurato provi paura quando si trova in mezzo al terremoto, è inutile scandirlo in tutte lettere nel titolo e nel testo: già sappiamo che il poveretto ha avuto una gran paura, che bisogno c’è di proclamarlo? Ancora meno mi sembra il caso di parlare di paura quando si vuole indicare una zona a rischio. Sappiamo che vi sono regioni simicamente pericolose: è giusto prendere precauzioni, che a tempi lunghi sono importanti (costruzioni antisismiche), a breve servono a poco, ma del tutto inutili non lo sono mai. E’proprio necessario ricorrere, per esprimere il concetto, al brutto vocabolo?
Si incontrano talvolta persone, e adesso non mi riferisco all’evento del terremoto in particolare, ma allargo il discorso, che addirittura sembrano vantarsi di avere provato una paura straordinaria, una paura fuori del comune: vogliono così indicare l’eccezionalità della loro avventura. Ma queste vanterie mi sembrano poco edificanti. Paura + sempre una brutta parola: nella storia ci sono stati eroi che si sono vantati di essere “senza macchia e senza paura”, del contrario nessuno si è vantato mai.
Piero Ottone – Venerdì di Repubblica 22-6-12

Una Favola: Crostata di Pomodori


Per 4 persone

500 gr di pomodorini piccoli, rotondi, un rotolo di pasta sfoglia rotonda, 4 uova, 7 cucchiai di panna fresca, 50 gr di parmigiano grattugiato, 60 gr di emmental  peperoncino secco, origano secco, sale.

Foderate con carta da forno una pirofila rotonda e foderatela con la pasta sfoglia, ripiegando il bordo all’interno. In una terrina mettete le uova con un pizzico di sale e di peperoncino e battetele. Unite la panna, l’emmental grattugiato e un pizzico di origano. Mescolate con cura e versate nella pirofila. Lavate i pomodori, privateli del picciolo e uniteli alla crema, facendoli affondare un po’. Mettete lo stampo in forno preriscaldato a 180° per circa 40 minuti. Sfornate la crostata e fatela raffreddare. Servitela a fette.

Piatti Speciali Con Verdure:


Insalata Di Patate e Peperoni

Per 4 persone

4 patate, 2 peperoni verdi, 2 cipolle, 1 cucchiaio di prezzemolo, 150 gr di tonno sott’olio, 15 olive nere snocciolate, olio, aceto bianco, sale e pepe.

Lavate le patate e cuocete con la buccia, in forno preriscaldato a 180° per 45 minuti.
Fatele raffreddare, pelatele e tagliatele a fette. Eliminate calotta, semi e nervature bianche ai peperoni. Tagliateli a fette sottili. Lasciate a bagno le cipolle, pelate, in acqua fredda per 10 minuti, sgocciolatele e affettatele sottilmente. Mescolate 4 cucchiai d’olio con 2 cucchiai d’aceto bianco, un pizzico di sale e di pepe. Riunite le verdure in una terrina e conditela con l’emulsione preparata, aggiungete il prezzemolo tritato, il tonno sgocciolato e sbriciolato e le olive. Servite.


 Frittelle Di Pomodoro Di Santorini, Ricetta Greca

Per 4 persone

8 pomodori maturi, 1 cipolla, 1 cucchiaino di zucchero, 200 gr di farina, 25 gr di lievito in polvere, olio, sale, pepe.

Lavate, pelate e riducete a pezzi i pomodori, eliminando i semi. Fate scolare l’acqua di vegetazione, mettendoli in un colino. Metteteli nel mixer, unendo anche una cipolla ridotta a fette, 200 gr di farina e il lievito in polvere, sale q.b., un cucchiaino di zucchero, una presa di pepe. Dovrà risultare una pastella densa, di cui si potrà correggerne la densità o con altra farina o con un po’ d’acqua. Scaldate abbondante olio in una padella, versatevi la pastella a cucchiaiate, cuocendo le frittelle da entrambi le parti. Servitele calde con foglie di menta.

venerdì 29 giugno 2012

Pensieri:Saluto

Se vuoi seguirci passa il mouse su " Meravigliose immagini dal mondo. ", si aprirà una finestrella, clicca sul Mi piace ! Grazie ! Sei già fan? Allora condividi questo link e fai conoscere ai tuoi amici questa pagina !

Buon fine settimana a tutti!

Lo Sapevate Che: Gli Uccelli Che Seducono



Quando Gli Uccelli Per Sedurre Diventano Architetti E Giardinieri

OK, abbiamo scoperto già da un po’ che le formiche fanno crescere funghi su foglie masticate, e quindi hanno inventato l’agricoltura prima di noi. Però, finora, nessuno sembrava insidiarci la peculiarità di usare le piante a scopi ornamentali. E invece  no, pare che neppure in questo siamo unici: ci somigliano gli “uccelli giardinieri”. Questi passeriformi della famiglia Ptilonorinchidi vivono fra Nuova Guinea e Australia erano già noti perché i loro maschi corteggiano le femmine gareggiando a chi è l’architetto migliore. In un anno di duro lavoro, costruiscono infatti complessi nidi a capanna, grandi come una scrivania, fatti di rametti intrecciati e dotati di pilastri di legno interni. Ma alle loro esigenti femmine, un nido solido ma spoglio non basta. Allora i maschi lo decorano con viali di stecchi piantati nel terreno e mucchi di fiori, frutti, insetti colorati, tappi, monete, cartacce, pezzi di vetro e plastica, divisi per colore. I costruttori hanno precise preferenze estetiche, alcuni puntano sui toni caldi, altri sul blu-verde, altri ancora sul nero. I più scatenati arrivano a dipingere i legni del nido con il succo di bacche e persino ad allestire trompe-l’oeil: nel 2010, il biologo australiano John Endler ha scoperto che alcuni maschi sistemano in ordine di grandezza le decorazioni, così da far apparire più imponenti nido e padrone di casa. Dopo tutti questi sforzi, finalmente, le femmine si degnano di esaminare le opere, e di scegliere chi, con il suo stile, le convince di più.
Come se questo non fosse già abbastanza straordinario ora l’ornitologo inglese Joah Madden ha scoperto che gli uccelli giardinieri modificano anche la vegetazione intorno al nido: qui infatti si trova, più di frequente che altrove, il Solanum ellipticum, una varietà selvatica di patata con vistosi fiori violetti e bacche verdi. “Le piante vicino ai nidi sono anche quelle che hanno i frutti più grandi e verdi” ha detto Madden, “però non credo che gli uccelli le coltivino intenzionalmente. Piuttosto raccogliendo in giro le bacche più vistose come decorazione, finiscono per seminarle intorno al nido. Poi però, quando le piante spuntano, evitano di strapparle. Così visto che un nido può durare anche dieci anni, intorno si creano giardini di ellipticum, selezionati per la bellezza dei frutti”. Insomma si tratta di uccelli giardinieri di nome e di fatto.
Il vero mistero è come si sia evoluta questa strana “mania architettonica”. Certo è che nelle poche specie di Ptilonorinchidi in cui i maschi non costruiscono nidi, le femmine sono forzate ad accoppiarsi con i più prepotenti. Nelle varietà “decoratrici”, invece, sono le femmine a scegliere i maschi, che competono nel mostrare la loro abilità di decoratori, senza ricorrere alla forza. Se non è evoluzione questa.
Alessandro Codegoni – Venerdì di Repubblica 22-6-12

Dessert Speciale Per L'Estate..-


Insalata Verde Di More E Caprino, Ricetta Svedese


Per 4 persone

250 gr di insalata mista (scarola, lattuga, indivia, radicchio di Treviso), 200 gr di formaggi caprini (senza togliere la crosta), 1 tazza di pane di noci o olive, 1 tazza di more, 60 gr di uvetta sultanina, 25 gr di gherigli di noce, 2 cipollotti. Per la vinaigrette: 4 cucchiai d’olio, 3 cucchiai di aceto balsamico, 2 cucchiai di miele, sale.

Lavare le insalate, scolarle bene, sfogliarle, asciugarle delicatamente e ridurle a tocchetti in un’insalatiera. Ridurre a cubetti il pane e sistemarlo sopra l’insalata, unirvi i gherigli di noce sbriciolati grossolanamente, l’uvetta sultanina e le more. A parte in un tegamino riscaldare i caprini modo da renderne morbido l’interno e sistemarli sull’insalata. Emulsionare insieme tutti gli ingredienti dell’insalata e condirla delicatamente. Servire subito.

E' Arrivata L'Estate: Venerdì, Pasta Fredda Con Pesce

Insalata Di Pasta Con Gamberi E Avocado

Per 4 persone

300 gr di code di gambero, brandy, 350 gr di pasta corta, un avocado, limone, prezzemolo, peperoncino rosso, 6 pomodorini , olio, sale.

Cuocete in acqua bollente salata per 5 minuti le code di gambero. Scolatele e spruzzatele con qualche cucchiaio di brandy. Lasciatele intiepidire e privatele del carapace. Cuocete al dente 350 gr di pasta corta, raffreddatela sotto l’acqua corrente. Scolatela ancora. Trasferitela in una terrina e conditela con olio. Tagliate a metà un avocado, eliminate il nocciolo e frullate la polpa, aggiungendo il succo di un limone, una presa di sale, 5 cucchiai d’olio, un cucchiaio di foglie di prezzemolo e un pizzico di peperoncino rosso. Condite la pasta con la salsa e aggiungetevi 6 pomodorini lavati, asciugati e tagliati a fettine e le code di gambero. Amalgamate bene e servite.


Cous Cous Di Cernia E Gamberi

Per 4 persone

300 gr di cous cous, 600 gr di filetto di cernia, 600 gr di gamberi, una scatola di ceci al naturale, 2 cipollotti, 2 pomodori maturi, 50 gr di uvetta passita, cannella in polvere, peperoncino, olio, sale.

Mettete il cous cous in una ciotola, bagnatelo con 3 dl di acqua tiepida, leggermente salata e conditelo con 5 cucchiai d’olio e un cucchiaio di cannella in polvere. Aggiungete l’uvetta, ammollata prima in un po’ d’acqua tiepida. Lasciate gonfiare il cous cous per ½ ora, rigirandolo spesso con una forchetta per sgranarlo. Cuocete a vapore i filetti di cernia per 10 minuti e i gamberi per 6 minuti. Sgusciate i gamberi e tagliate a tocchetti la cernia.
Unite i pesci al cous cous, poi i ceci scolato dal loro liquido. Pulite e tritate finemente i cipollotti. Tagliate a cubetti i pomodori, ben lavati. Unite anche le verdure al cous cous e salate. Insaporite il tutto con un po’ di peperoncino e condite ancora con 3 cucchiai d’olio. Mescolate e lasciate riposare in frigorifero per un’ora, prima di servire.


giovedì 28 giugno 2012

Pensieri: Saluto



Grazie ancora e buona serata!

Lo Sapevate Che: Italiani Al Volante Pericolo Costante


Secondo l’Automobile Club Usa i peggiori in auto siamo noi. Peggio perfino di indiani e cinesi.

L’Airbus della United Airlines impegnato nella discesa finale (ma non potrebbero trovare espressioni più rassicuranti per noi aereofobici?) verso Chicago si contorceva e recalcitrava nel duello contro il vento che lo prendeva a spallate correndo giù dai Grandi Laghi.
Cinture allacciate come bustini, dita ad artiglio con nocche bianche sui braccioli e “glutei maximi” ben stretti, noi passeggeri calcolavamo i secondi che ci restavano da vivere, sognando il tonfo liberatorio del carrello sulla pista. “Benvenuti a Chicago – sentimmo finalmente la voce del comandante ad atterraggio avvenuto – e ora fate bene attenzione perché comincia la parte più pericolosa del vostro viaggio”. Pausa da consumato attore e poi la battuta: “Il tragitto in automobile verso casa”.
Naturalmente, e statisticamente, l’aviatore aveva ragione.
Non starò qui a ripetervi tutte le cifre e le statistiche sugli incidenti stradali in America e nel mondo perché quello che i numeri dicono è la percezione della pericolosità relativa del traffico automobilistico nelle varie nazioni del mondo. Né chi siano considerati i peggiori guidatori.
Tutti siamo fermamente persuasi che siano gli altri a non saper guidare, ad andare troppo piano o troppo veloci, a scambiare l’auto per un salotto dal quale conversare al telefonino, textare, masticare, succhiare cannucce, seguire la radiocronaca di un evento o giocare al “Piccolo Schumacher”.
Chi scrive è quindi tenacemente convinto che i peggiori guidatori al mondo, o almeno nel mondo che conosco, siano gli americani. Pur avendo inventato di fatto la motorizzazione di massa con la Ford quasi un secolo fa, hanno completamente disimparato a guidare, grazie al cambio automatico che deresponsabilizza e riduce il rapporto fisico con la macchina. Ignorano l’uso delle frecce (forse temendo di essere scambiati per indiani e quindi sterminati) e occupano, indipendentemente dalla propria velocità, tutte le corsie autostradali. Se ci fossero otto corsie e otto veicoli, state certi che tutte sarebbero occupate da americani che viaggiano fianco a fianco alla stessa velocità, come le file di un reggimento in parata.
Al contrario, provate a indovinare chi siano coloro che gli americani considerano i peggiori guidatori dell’universo, secondo le inchieste dell’Automobile Club Usa? Facile. Noi italiani.
Per loro, noi siamo peggio degli indiani (nel senso dell’India), secondi, e dei cinesi terzi, che almeno hanno l’alibi di avere cominciato a possedere auto private e scoperto il traffico ieri mattina, più pericolosi degli egiziani, quarti, dei francesi, quinti, dei vietnamiti e degli indonesiani. Ma hanno il buon gusto e l’obiettività di piazzare se stessi al sesto posto, peggiori anche dei messicani,
Ricordo bene, con qualche amaro e imbarazzato divertimento, l’espressione terrorizzata di nuore e generi americani alla loro prima esperienza di guida nelle nostre città, scoprendendosi circondati da sciami di motorini inferociti come api disturbate e ricevendo grida di collera, fortunatamente incomprensibili, quando frenavano bruscamente davanti a un passaggio pedonale sbiadito.
Luoghi comuni? Sviovinismo automobilistico? O analisi oggettiva dei difetti, naturalmente degli altri? Non esiste una risposta sicura, come non sarà mai possibile convincere gli uomini che le donne guidino meglio di loro o le donne del contrario, perché non c’è una controprova definitiva.
La sola certezza è che l’automobile è – ovunque esista la motorizzazione di massa – il mezzo di trasporto più pericoloso. Il che non mi impedirebbe, semmai fosse costruito un ponte sopra l’Atlantico o scavato un tunnel sotto, di mettermi al volante pur di evitare il tormento del seggiolino dell’aereo disegnato da un aguzzino del Kgb anni 50 e i duelli con i venti.
Guiderei per una settimana intera, ma a una condizione che lungo quel ponte o dentro quelle gallerie ci fosse qualche grill italiano e non gli orrori commestibili che trovo lungo le highways americane. Non so chi guidi peggio, in autostrada, ma so chi mangia meglio: noi: La Rustichella più rafferma, caro il mio Automobile Club, è migliore di qualsiasi cheeseburger.
Vittorio Zucconi – Donna di Repubblica 9-6-12

E' Arrivata L'Estate: Paste Fredde....


Farfalle Con Fiori Di Zucca

Per 4 persone

350 gr di farfalle, 20 fiori di zucca, 1cipolla, 1 bustina di zafferano, 1 cucchiaio di prezzemolo tritato, 1 cucchiaio di basilico tritato, parmigiano grattugiato, olio, sale, pepe.

Lavare velocemente a testa in giù i fiori di zucca e asciugarli delicatamente con carta assorbente. Togliere il pistillo interno e ridurli a grandi falde. Pulire la cipolla, tritarla finemente e farla appassire in una capiente padella con 3 cucchiai d’olio, unire le falde dei fiori di zucca e cuocere per 5 minuti a fuoco dolce. Unire la bustina di zafferano sciolto in poca acqua calda, profumare con prezzemolo e basilico, salare e pepare e togliere dal fuoco. Nel mentre cuocere la pasta al dente, in una casseruola con abbondante acqua salata in ebollizione. Scolarla e versarla nella padella col sugo, mescolare velocemente e spolverizzare con 50 gr di parmigiano grattugiato.


Reginette Al Pomodoro e Rucola

Per 4 persone

450 gr di reginette, 600 gr di pomodorini ciliegia, un mazzetto di rucola, 80 gr di pecorino stagionato, 2 spicchi d’aglio, origano, olio, sale e pepe.

Lavate e tagliate i pomodori a spicchietti, metteteli in una terrina. Unite l’aglio sbucciato e tagliato a fettine sottili, un pizzico di origano, sale pepe e 5 cucchiai d’olio. Mescolate e lasciate insaporire la salsa per un’ora. Nel frattempo affettate il pecorino a scaglie sottili. In una casseruola con abbondante acqua salata in ebollizione, fate cuocere la pasta al dente. Scolatela sotto l’acqua fredda, e scolatela bene ancora. Unite alla pasta il sugo coi pomodori, aggiungete la rucola pulita, lavata e spezzettata. Regolate di sale e mescolate. Cospargete con le scaglie di pecorino e servite.

E' Arrivata L'Estate: Speciali Piatti Freddi


Zuppetta Di Verdura In Aspic

Per 6 persone

100 gr di carote, 100 gr di piselli freschi, 100 gr di zucchine, 100 gr di patate, 1 peperone rosso, 6 fogli di gelatina, basilico fresco, sale.

Ammorbidire i fogli di gelatina. Lavare le verdure e tagliarle a dadini regolari. Bollire le verdure in poco meno di 1 lt di acqua leggermente salata, facendo in modo che restino croccanti e scolarle. Strizzare i fogli di gelatina, immergerli in ½ lt di brodo di cottura delle verdure, mescolare e lasciare intiepidire. Quando anche le verdure sono fredde, versare la gelatina oramai rappresa in coppe da Martini, poi le verdure. Fare solidificare e al momento di servire decorare con foglie di basilico.

Insalata di Anguria

Per 4 persone

Anguria 400 gr, rucola 100 gr, feta o quartirolo fresco 200 gr, 2 cetrioli, 1 cucchiaino
di semi di finocchio, olio, sale e pepe.

Eliminate la scorza dell’anguria (anche la parte bianca), quindi togliete i semini e riducete la polpa a tocchetti. Sbucciate i cetrioli e tagliateli a fette di circa mezzo centimetro. Mondate, lavate e asciugate la rucola poi spezzettatela con le mani. Sciacquate ripetutamente la feta sotto l’acqua corrente per eliminare l’eccesso di sale ( se usate il quartirolo questa operazione non è necessaria ), tagliatela a dadini e metteteli in un’insalatiera con tutti gli altri ingredienti. Pestate i semi di finocchio in un mortaio. Con il ricavato insaporite l’insalata poi condite con olio e una presa di sale. Servitela come antipasto, avendo l’accortezza di prepararla all’ultimo momento.

mercoledì 27 giugno 2012

Lo Sapevate Che: La Bici Ambulanza!

Zambia, I Quattro Della BiciAmbulanza

Due americani e due cittadini di Lusaka hanno inventato un business che da lavoro, crea solidarietà ed è diventato un must per gli appassionati di due ruote e tutto gira attorno a un pezzo di Bambù.

Chikamba è la storia di quattro persone che la bicicletta l’hanno voluta e ora pedalano. Anzi, fanno pedalare gli altri: in Germania, Finlandia, Brasile, Giappone e Stati Uniti le loro bici di bambù, battezzate Zambikes e prodotte Zambi – con circa 500 pezzi prodotti dal luglio del 2007, e altri 450 in previsione entro la fine di quest’anno, finora hanno dato un impiego a circa 40 persone. “Lavorare il bambù, una pianta tipica e abbondante in queste zone, fino a trasformarlo in una bici, leggera e resistente agli urti del terreno, non è un processo facile” spiega Vaughn Spethmann. Ci vogliono tra le 40 e le 60 ore di lavoro ed è, di fatto, un lavoro artigianale. Scegliamo il legno più adatto al momento della raccolta, lo lavoriamo prima di ricoprirlo di colla e avvolgerlo in fibre naturali, che lo proteggono. Poi si procede a fissarlo con i componenti metallici del mezzo. Ogni pezzo, per via del colore, della curvatura del bambù, è praticamente unico”.
L’origine del progetto risale al 2004, quando Spethmann e McBride arrivarono nello Zambia per un viaggio di sei settimane, organizzato dall’università.
“Ci colpì il fatto che almeno il 60 per cento delle persone fossero disoccupate” racconta Spethmann. “Nessuno aveva lavoro o riusciva a trovarlo e in giro non si vedevano biciclette decenti”.
Da allora, la strada percorsa è stata tanta e, oltre alle bici di bambù, Zambikes ha prodotto circa diecimila “classiche” due ruote in acciaio, pezzi di ricambio, carrelli per trasportare merci e soprattutto 900 “zambulance”, bici- ambulanze dotate di una lettiga ancorata al mozzo della ruota posteriore. “Nelle zone rurali, dove non ci sono strade, né benzina, questi mezzi sono facili da mantenere” spiega “permettono di trasportare in ospedale anziani, ammalati e donne incinte”.
In un Paese dove il reddito medio è pari a poco più di un euro e mezzo a testa al giorno, i quattro della bicicletta non nascondono che il loro intento finale sia salvare delle vite e dare soluzioni sostenibili per la mobilità, oltre che per l’economia, a dispetto di una situazione drammatica. Inoltre, alti costi di trasporto, dazi doganali elevati, burocrazia e fluttuazioni della valuta sono, sotto il profilo imprenditoriale, il loro pane quotidiano.
.
“Trovare la manodopera adatta non è stato semplice” raccontano, “ma qui c’era un bisogno, c’erano persone che chiedevano un’opportunità e così, da una parte, è una grande sfida e dall’altra siamo davvero felici di poter essere d’aiuto”
D’altra parte, se a Lukasa le bici “spuntano” dal suolo, aver voglia di pedalare è quasi un istinto naturale.
Clara Attene – Venerdì di Repubblica 15-6-12








Caffè Gelato



Per 4 persone

100 gr di savoiardi, 4 tazzine di caffè un po’ lungo, 4 porzioni di gelato alla crema, 1 dl di panna fresca da montare, 1 cucchiaio raso di zucchero semolato, 50 gr di cioccolato bianco.

Sciogliete il cioccolato bianco a bagnomaria con 30 gr di acqua. Montate la panna con lo zucchero. Spezzettate i biscotti e metteteli in 4 bicchieri alti e stretti. Bagnateli subito con il caffè ovviamente ben caldo e appena preparato. Ponete subito il gelato nei bicchieri, versate sopra un po’ di salsa di cioccolato e coprite con un ciuffo di panna montata. Decorate con scaglie di cioccolato e con una spolverata di cacao.

Quiche. Meravigliose e Buone...


Quiche Agli Ortaggi

Per 6 persone

1 pasta sfoglia rotonda fresca, 600 gr tra fagiolini, zucchine, carote, porri, 125 gr di panna cucina, 125 gr di latte, 2 uova, burro, pane pesto, sale e pepe.

Pulire gli ortaggi e lavarli. Tagliare a listerelle le carote, le zucchine e i porri. Ridurre i fagiolini a pezzetti di 3 cm di lunghezza. Cuocere separatamente gli ortaggi per 3 minuti in acqua bollente salata. Sgocciolarli e lasciarli raffreddare. Nel mentre imburrare e spolvera con pane pesto una pirofila rotonda di circa 28 cm di diametro. Foderare la pirofila con la pasta sfoglia e bucherellare con i rebbi di una forchetta il fondo. Eliminare tutto attorno alla pirofila la pasta eccedente con una forbice. Versare gli ortaggi in bella mostra nell’interno della pirofila. Sbattere in una ciotola con una forchetta le uova assieme alla panna, al latte, a un pizzico di sale e a una generosa macinata di pepe. Quando gli ingredienti saranno amalgamati, versarli sul composto di ortaggi. Infornare la pirofila a forno preriscaldato a 180° per circa 25 minuti. Servire la quiche tiepida.


Quiche Con Carne E Spinaci

Per 6 persone

1 rotolo di pasta brisèe, 400 gr di carne macinata ( può essere di vitello, di maiale, di pollo, tacchino, coniglio o filetti di pesce senza spine), 2 uova, 150 gr di spinaci surgelati, 80 gr di parmigiano grattugiato, un ciuffetto di timo  o maggiorana, cannella in polvere, olio, sale, pepe.

Far saltare in padella gli spinaci ancor surgelati con poco olio, sale e pepe. In una ciotola sbattere le uova con il formaggio e le erbe, unire la carne e gli spinaci prima tagliuzzati con un coltello, salare e pepare, aggiungere un pizzico di cannella, quindi mescolare bene il composto. Foderare uno stampo da plum cake con la pasta brisèe prima foderando lo stesso stampo con la carta in cui è raccolta la pasta stessa. Fare sbordare dallo stampo la pasta in eccesso. Riempire con il composto preparato, livellando la superficie. Richiudere i lembi di pasta che sbordano, sigillando la superficie e facendo dei forellini nella superficie della pasta con i rebbi di una forchetta. Infornare per 35 minuti a 200°. Servire tagliando la quiche a fette e accompagnando il piatto con insalatina di stagione.
La parte superiore può anche non essere completamente richiusa con la pasta. In questo caso con la pasta che sborda si forma un cordoncino tutto attorno allo sformato stesso.

martedì 26 giugno 2012

Pensiri: Saluto




Buon pomeriggio..

Lo Sapevate Che: In Russia L'Ictus Si Cura Vivendo Da Delfini (Virtuali)


Mosca. Che si possa curare con i delfini lo sostengono da anni scienziati di tutto il mondo e migliaia di pazienti che raccontano di inattesi miglioramenti e di sensazioni straordinarie provate al fianco di questi animali. Accade in Italia, in Florida e soprattutto in Israele. Adesso, dalla Russia, arriva una terapia ancora più radicale: non si tratta di “stare” con un delfino ma di addirittura di “diventarlo”. Grazie a un software di realtà virtuale, infatti, ci si immedesima, appunto, in un delfino, si impara a vivere e a muoversi come lui e, a quanto pare, progressivamente si comincia a guarire.
Come spesso accade nella Russia di oggi, il brevetto di questa nuova cura per la riabilitazione di persone colpite da ictus cerebrale giaceva da tempo negli archivi senza che a nessuno venisse voglia di investire un rublo sulla messa in pratica di un progetto che pure aveva convinto autorevoli studiosi di tutto il mondo. Da qualche settimana però, una delle tre ideatrici della terapia, la cinquantenne Veronika Skvortsova, è diventata ministro della sanità. Una scelta legata alla ricerca di volti nuovi e competenti per il governo. Che avrà immediatamente effetti pratici, perché autorità e aziende di Stato hanno improvvisamente preso sul serio il “progetto delfino” e stanno facendo a gara per realizzarlo.
Per la terapia è necessaria un’attrezzatura da realtà virtuale con occhiali 3D e casco con sensori ed elettrodi piazzati su tutti i muscoli del corpo. Una volta collegata al software, che creerà un avatar in sembianze di delfino, la persona colpita dall’ictus comincerà a vivere in una realtà tutta sua, come se fosse immersa nei fondali marini e vivesse in simbiosi con altri delfini. I risultati della ricerca danno un’altissima percentuale di risultati favorevoli. Sembra infatti che, gradualmente, i neuroni del paziente riacquistino la capacità perduta di guarire i muscoli del corpo. Si comincia da piccoli movimenti, imparando a dondolarsi sul ventre e poi, timidamente , a nuotare.
E’ noto del resto che il cervello dei delfini è tra i più simili a quello dell’uomo per peso, sviluppo della corteccia e connessioni tra i due emisferi. E lo studio della neo-ministra non fa altro che puntare su due pratiche già in uso da tempo. Da una parte la cura di casi di autismo e di epilessia attraverso il nuoto in compagnia di delfini veri, dall’altra gli studi californiani sull’importanza della realtà virtuale e di alcuni appositi videogiochi nel recupero di persone colpite per vari motivi da paresi. I pazienti parlano di risultati incredibili, di miglioramenti che credevano impossibili. E della terapia pensano tutti la stessa cosa: “E’ divertentissima”.
Nicola Lombardozzi – Venerdì di Repubblica 15-6-12

Freschi Antipasti:


Coppette Al Cetriolo

Per 6 persone

Un grosso cetriolo, 300 gr. di formaggio fresco bianco, ½ bicchiere di panna fresca, ½ bicchiere di olio, semi di finocchio, sale, pepe, rametti di erbe aromatiche.

Amalgamate il formaggio con la panna, aggiungete l’olio e mescolate fino ad ottenere un composto consistente. Salate, pepate, unite qualche seme di finocchio e mettete in un luogo fresco. Al momento di servire, pelate il cetriolo, grattugiatelo finemente e incorporatelo alla crema. Suddividete in coppette di vetro e decorate con semi di finocchio e un rametto di erbe aromatiche.


Crudità Alle Pere

Per 6 persone

3 pere Kaiser, 2 etti di formaggio fontina, 100 gr. di champignon, una manciata di prezzemolo, 80 gr. di yogurt, olio sale, pepe. (oppure salsa di tamari, in sostituzione del sale).

Tagliare le pere a cubetti (come dadi da gioco). Lavare i funghi, tagliarli a fettine sottili. Tagliare il formaggio a cubetti più piccoli delle pere.
Preparare la salsina: yogurt, prezzemolo tritato, olio, sale pepe. Mescolare e condire la preparazione di pere, funghi e formaggio, mettendo il tutto in una insalatiera.

Speciali: "Pesto" per pasta


Pesto Di Fagiolini

Per 4 persone

150 gr di fagiolini, 1 spicchio d’aglio, un pizzico di timo, olio, sale, pepe.

Spuntare 150 gr di fagiolini, lavarli e lessarli per 10 minuti, lasciandoli poi raffreddare in una ciotola con acqua e ghiaccio, in modo che mantengano il loro colore. Tritare grossolanamente nel mixer uno spicchio d’aglio sbucciato e tagliato a pezzetti, i fagiolini, 3 cucchiai d’olio, una presa di sale, pepe, un pizzico di timo.



Pesto Orientale

Per 3 vasetti

Un ciuffo di prezzemolo e uno di basilico, 1 peperoncino verde fresco piccante, 4 spicchi d’aglio, 1 cucchiaino di zucchero e uno di zenzero fresco grattugiato,  80 gr di noccioline americane tostate, salate, la scorza grattugiata di 1 limone, olio, sale e pepe.

Passare al mixer il peperoncino fresco verde, pulito dai semi e dal picciolo e tagliato a fettine, 4 spicchi d’aglio a pezzi, 1 cucchiaino di zucchero, 1 cucchiaino di zenzero fresco grattugiato, 80 gr di noccioline americane tostate e salate, la scorza grattugiata del limone e 130 gr di olio. Lavorare il composto sino ad ottenere un composto omogeneo. Aggiungere le foglie di basilico e prezzemolo aggiungendo ancora 120 gr di olio. Frullare sino ad ottenere un composto come una purea. Salare e pepare. Mettere il pesto in vasetti di vetro ricoperti di olio e chiusi ermeticamente . Tenerli in frigorifero. Si conserva per circa 15 giorni. Ottimo per condire pesce, verdura, pasta.

lunedì 25 giugno 2012

Pensieri: Saluto




Buona serata a tutti! ( Grandissimo attore )

Pensieri: Saluto




Buon lunedì!

Lo Sapevate Che: Coccole Per Prematuri



Venire Al Mondo,
Che Stress

Un chilo e mezzo o ancora meno: tanto pesano, leggeri e vulnerabili, catapultati dal grembo che tutto attutisce al mondo esterno quando ancora era troppo presto. Accecati dalle luci della sala neonatale, bombardati dalle pratiche che li voltano e rivoltano, per salvarli. Hanno 29 settimane circa, sono i bambini nati prima del termine, prematuri. Il 6,5 % dei neonati in Italia. “L’attenzione medica e infermieristica verso questi bambini è ottima – e negli ultimi anni ha fatto progressi  ma c’è ancora da lavorare sulle conseguenze dello stress cui sono sottoposti fin dalla nascita”, afferma Rosario Montirosso, responsabile del centro 0-3 per lo studio e sviluppo socio-emozionale del bambino dell’Irrcs Medea-La Nostra Famiglia. Montirosso ha da poco pubblicato su Pediatrics uno studio longitudinale: svolto in 30 terapie intensive neonatali italiane per far luce sugli effetti a lungo termine di quest’ospedalizzazione precoce. Come influenza lo sviluppo del bambino? Lo studio si chiama Neo-Acqua (Neonatal Adequate Care for Quality of life, ovvero Cure neonatali adeguate per la qualità della vita) e ha valutato 178 bambini. Due i parametri presi in considerazione: il primo è la presenza di pratiche utili al loro benessere, definite “cura centrata sul bambino”: tempi e modi di vicinanza dei genitori, la possibilità di fare marsupio-terapia o passare la notte in reparto, ma anche il rispetto dei cicli sonno-sveglia. Il secondo parametro è la gestione del dolore: il numero di procedure per ridurre pratiche invasive e dolorose, come drenaggi, sondini, prelievi o ventilazione meccanica. Ne fanno parte l’uso di analgesia e di ciuccio o glucosio a mo’ di consolazione. L’attenzione al benessere è spesso fatta di progetti mirati e locali, e tra i reparti di terapia intensiva c’è disomogeneità notevole.
La ricerca ha seguito i bambini fino ai 7 anni: è emerso che se entrambi i parametri sono soddisfacenti i benefici permangono per anni. A 18 mesi, per esempio, il bambino che proviene da una terapia intensiva neonatale con un basso livello di cure per il suo benessere ha maggiori difficoltà nello sviluppo emotivo-comportamentale. Cioè fa più fatica a regolare i propri stati emotivi, come per esempio piangere quando prova disagio. Alla scuola dell’infanzia, poi, fa più fatica a stare attento e, in generale, ha più difficoltà a modulare i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, che ha effetti tossici anche sulla genesi delle sinapsi, i siti di contatto tra neurone e neurone. Al contrario, se il bambino è stato seguito da un reparto caratterizzato da alti livelli di cura e gestione del dolore, da grande appare più stabile, più attento e meno stressato. “Questi bambini non hanno solo bisogno di assistenza medica in senso stretto”, conclude Montirosso, che ora dispone di dati oggettivi per affermare che attenzione allo stress nelle culle termiche oggi, garantisce bambini più equilibrati in futuro.
Daniela Condorelli 9-6-12

E'Arrivata L'Estate: Piatti Freschi...


Insalata Di Frutta E Di Gelatina, Ricetta Orientale

Per 4 persone

1 melone maturo, 3 kiwi, 1 mela verde, uva bianca moscata, sciroppo di zucchero. Per la gelatina: 6 fogli di colla di pesce o una barra di agar agar, 450 ml di tè verde, zucchero semolato.

Preparare la gelatina facendo sciogliere la colla di pesce o l’agar agar nel tè. Versare la gelatina in uno stampo e lasciarla solidificare al freddo. Con uno scavino ricavare tante palline dalla polpa di melone, sbucciare i kiwi e le mele e tagliarli a rondelle e a spicchi. Insaporire la frutta con lo sciroppo di zucchero (metà acqua e metà zucchero) e completare con la gelatina tagliata a tocchetti.


Tacchino In Gelatina All'Aglio, Ricetta Della Romania

Per 6 persone

1 Coscia di tacchino, 1 patata, 1 cipolla, 1 carota, 5 spicchi d’aglio, 1 confezione da 500 gr per gelatina, sale.

Lavare e asciugare la coscia. Metterla a bollire nell’acqua con patata, cipolla carota e un poco di sale. Fare bollire per 2 ore, a fuoco lentissimo. Eliminare la verdura, spolpare la carne e sistemarla in un piatto da portata fondo, o in ciotole individuali.
Usare ½ lt di brodo di tacchino e sciogliere la confezione di gelatina. Unire per raffreddare un altro mezzo litro di brodo di tacchino. Schiacciare l’aglio con l’apposito utensile. Unirlo Nel brodo preparato per la gelatina. Lasciare raffreddare completamente, passarlo attraverso il colino e unire nel piatto dove è la carne.
Tenere in frigo, coperto, sino al momento di servire,

domenica 24 giugno 2012

Pensiero: Saluto




Piatto fresco, facile da preparare, buona cena a tutti!

Pensieri: Saluto




Buona domenica: lo sentite il fresco?

Mini Charlotte Ai Lamponi


Per 4 persone

250 gr di lamponi, 120 gr di zucchero, 250 ml di panna da montare, 6 fogli di colla di pesce per la gelatina, 200 gr di lingue di gatto, marmellata di lamponi.

Lasciare ammorbidire in acqua fredda la gelatina. Pulire e lavare  i lamponi (tenerne una dozzina da parte per la guarnizione) e metterli in una scodella con lo zucchero, schiacciandoli bene con una forchetta. Fare fondere la gelatina in una casseruolina e aggiungerla strizzata al composto di lamponi. Montare a neve la panna (tenerne 3 cucchiai da parte per la guarnizione) e incorporarla ai lamponi. Versare il composto in un recipiente rotondo di circa 20 cm di diametro e metterli in frigorifero per 1 ora. Sformare nel piatto di portata il dolce. Mettere un poco di marmellata su un lato delle lingue di gatto (se strabordassero troppo dal dolce tagliarle a metà), e incollarle tutto attorno al dolce. Decorare il centro con i lamponi tenuti da parte e aggiungere ciuffetti della panna pure tenuta da parte. Mettere in frigorifero sino al momento di servire.

Arriva Il Caldo: Speciali Piatti Freddi


Torta Fredda Di Riso Al Pecorino

Per 4 persone
400 gr di riso tipo ribe, 2 cucchiai di foglioline di maggiorana tritata, 150 gr di pecorino grattugiato, 2 uova, una macinata di pepe, 10 pomodorini ciliegia, sale.

Cuocete 400 gr di riso tipo ribe in acqua salata bollente, per 15 minuti. Scolatelo raffreddatelo sotto l’acqua corrente, scolatelo ancora ed incorporatevi, 2 cucchiai di foglioline di maggiorana tritata, 150 gr di pecorino toscano stagionato, grattugiato, 2 uova e una macinata di pepe. Versate in una teglia rettangolare di cm 15 per 30 cm. rivestita di carta da forno. Distribuitevi sopra, infossandoli leggermente, 10 pomodorini ciliegia, tagliati a fettine. Salate e cuocete in forno a 180° per trenta minuti. Servite la torta fredda, tagliata a fette.


Spaghetti D'Estate

Per 4 persone

450 gr di spaghetti, 150 gr di fagiolini verdi, 1 peperone giallo, 1 zucchina, un gambo di sedano, 8 pomodorini sardi, un mazzetto di rucola, olio, sale e pepe.

Lavate il peperone, eliminate i semi, le coste bianche interne e riducetelo a filetti. Lavate e spuntate i fagiolini. Fateli cuocere in acqua al dente, scolateli e tagliateli a pezzetti. Lavate la zucchina, spuntatela e tagliatela prima orizzontale e poi a fiammifero. Dividete a metà i pomodorini. Lavate e asciugate le foglie della rucola. Riunite le verdure in una ciotola e conditele con 2 cucchiai d’olio, sale e pepe. In una casseruola con abbondante acqua salata in ebollizione, fate cuocere la pasta al dente. Scolatela raffreddandola sotto l’acqua corrente. Scolatela di nuovo e mettetela in una zuppiera, condendola con 2 cucchiai d’olio. Versate sugli spaghetti tutte le verdure e il sugo della ciotola preparata. Mantecate con cura e servite.

Lo Sapevate che: Il Grande Vuoto Che Esaltò La Destra E Che Oggi Ci Rifila Un Grillo


Attenzione: è tornato il Vuoto Politico: E’ arrivato di nuovo, con fragore di tuono e fondali da ultimi giorni di Pompei. Prima è stato portato via Berlusconi e la sua fine ingloriosa ha dimostrato che senza di lui il Pdl è solo un coacervo di piccole velleità e i conti in sospeso. A ruota è seguito il vecchio Bossi, protagonista con il suo clan della più normale e squallida storia padana; anche qui, senza corpo del Capo, il partito è ben poca cosa.
Gianfranco Fini, il terzo protagonista della coalizione di centrodestra che diede origine alla Seconda Repubblica, si era da tempo distaccato dalla compagnia, ma non è riuscito ad emergere con uomini, soldi o programmi. Risultato?
A diciotto anni dallo shock elettorale che consegnò l’Italia alla destra, la destra stessa è dissolta. Nel 2008 la stravagante coalizione Bossi-Berlusconi-Fini-Storace-Raffaele Lombardo totalizzò il 46,8 per cento dei voti, percentuale mai toccata prima nella storia d’Italia.
Oggi non solo è fuori dal governo, ma ha perso le città di Milano, Napoli, Palermo. I sondaggi – quelli gentili – dicono che, a pochi mesi dalla campagna elettorale, almeno metà dell’elettorato è andato perduto, qualcosa come otto - nove milioni di voti.
Improvvisamente non più protetto, l’elettorato della destra piange per la recessione, maledice l’Imu, i raid fiscali, Equitalia, mentre l’ex prospero Nordest vira al suicidio e la Sicilia riscopre i forconi.
Situazione brutta, dicono gli analisti. Il vuoto fa paura, non si può rimanere vuoti troppo a lungo. Prima, perché un Paese ha bisogno di una destra e possibilmente di una cosa seria, non mafiosa e non eversiva. Seconda, perché in assenza di un partito responsabile, l’elettorato può cadere facilmente nelle mani del primo populista di passaggio. Adesso è il comico Beppe Grillo, cui alcuni pronosticano un successo strepitoso. Ce lo stanno vendendo come un prodotto nuovo, ma a ben guardare Grillo non è che la continuazione, appena leggermente più grottesca, di quella che era la nostra destra, oggi travolta, quando si presentò sulla scena nel lontano 1994.
Per capire l’oggi,
 è interessante tornare a quell’anno, così lontano e così vicino. L’Italia era allora un Paese ricco, settima potenza industriale del mondo che ambiva a diventare la sesta, con una classe politica che sembrava eterna (le grandiose architetture del “pentapartito”, del “consociativismo” e dei “governi balneari”), una liretta che si poteva manovrare, pochi immigrati, grosse fabbriche, una mafia tenuta sapientemente a bada dal divo Giulio. Ma, nel giro di soli venti mesi, tutto era crollato, letteralmente.
A Milano Mani Pulite aveva cancellato dalla mappa Dc, Psi, Pri, Pli, Psdi, ovvero i partiti per cui votava il 50 per cento degli italiani.
A Palermo, Cosa Nostra aveva fatto saltare un’autostrada per far sapere che cercava nuove alleanze.
Allora come adesso, la destra era senza rappresentanza, le elezioni erano alle porte e il Pds (l’erede del Pci, orfano allegrotto dell’Urss nel frattempo crollata) si apprestava a coronare il suo sogno: governare l’Italia con un sano riformismo fatto di coop, un po’ di Cgil (ma light), una faraonica Rai pluralista, l’egemonia culturale gramsciana sotto specie di sconfinati budget concessi agli assessorati alla cultura.
Diciamo che il Pds aveva una visione rosea del Paese. Ma l’Italia, essendo fatta anche di sangue e merda, capannoni costruiti con il sudore della fronte e qualche porcheria, essendo anche popolata da baciapile, evasori fiscali, nostalgici del duce, ultra del calcio, telespettatrici disperate, operai presi per i fondelli, killer della camorra, sfaccendati, individualisti, bamboccioni, fannulloni, furbacchioni e intellettuali, carogne, votò per la coalizione Bossi, Berlusconi, Fini, che prese il potere tra:
 1)sventolio di cappi leghisti a Montecitorio e monetine a Bettino; 2) “Mussolini più grande statista del secolo”, copyright Fini; 3) Irene Pivetti presidente della Camera con la croce della Vandea ( “Ho ricevuto il potere da Dio”);
4)il ministro della Giustizia proposto (e poi bloccato da Scalfaro) all’avvocato Cesare Previti con un articolato progetto di amnistia per la mafia; 5) e, buon ultimo l’Unto del Signore che aveva il sorriso a 5° denti di Juan Domingo Peron e, a fianco, il capo mandamento della famiglia di Porta Nuova.
Silvio era il più gramsciano di tutti, con fame di vittoria perché, se non vinceva, c’era qualche pm comunista che lo metteva in galera, o qualche picciotto che lo faceva fuori.
Però tutti, in Italia, erano contenti perché il comunismo non era passato e andava a governare una classe dirigente nuova, moderna, giovane, liberale (?) ed espressione della società civile. Adesso abbiamo scoperto quanta paura faccia l’antipolitica, ma l’antipolitica cominciò allora.
Le elezioni del 1994 furono vinte promettendo “il miracolo”, ma soprattutto contro i “politici di professione” e, naturalmente, i “comunisti”. A seguito di quella esperienza, diventò per tutti imprescindibile, per vincere, avere le seguenti caratteristiche: un leader “che ci mette la faccia”, una fortissima liquidità per comprare gli alleati e permettere loro di arricchirsi, il controllo sulla tv, la sicurezza del voto sciliano (le elezioni, alla fin fine si vincono sempre lì), l’appoggio vaticano. Quanto ai temi: Funziona sempre agitare la paura degli immigrati, promettere mano leggera del fisco, condoni e sanatorie, tagliare l’Ici e garantire impunità per gli abusi edilizi, scagliarsi continuamente contro la “casta” e i giudici, difendere la famiglia da gay, aborto, unioni di fatto, fecondazione assistita.
Tutto questo ha preso il nome orribile di pancia degli italiani. Funzionerà ancora?
Dall’epoca dell’esplosione della destra in Italia, molte cose sono cambiate. Siamo in recessione, la tv conta meno e i social network di più, siamo parte di un’Europa matrigna, odiamo le banche, tutte unite in un unico complotto contro di noi. Siamo invecchiati, abbiamo sempre più paura che venga dato il voto agli immigrati, non vogliamo i sacrifici, vogliamo esodare (se gli esodati fanno un partito, beccano due milioni di voti sicuri), i ragazzi non trovano lavoro…e Berlusconi e Bossi se se sono andati.
Titani così – uno col parrucchino, l’altro con la cannottiera, uno con Ruby l’altro con il Trota – la destra italiana non ne trova più (mica gli vuoi dare la Santanchè, vero?) e il vuoto politico si spalanca sotto la pancia degli italiani come lo sbadiglio nero del Grand Canyon in una notte senza luna.
Al lavoro, dunque, perché mancano pochi mesi e Beppe Grillo è dato al venti per cento. Il panorama è desolante. Alfano non lo votano neanche nella sua città natale, Agrigento. Formigoni è meglio lasciarlo stare. Se ti fa una carezza il Papa, c’è da fare attenzione. Casini? Nun gliela fa, ha perso la voglia. Neanche Montezemolo, te lo dico io: nun gliela fa, non c’ha una lira, la Ferrari che non vince, c’ha il think tank, ma non sa che vuole e poi questi poteri forti non scuciono. E se si presentasse uno che dice che bisogna uscire dall’euro, stampare moneta, puntare sul made in Italy, non pagare il debito, fare per conto nostro; se si presenta uno così, quanti voti prende? Un Berlusconi più giovane, l’avrebbe fatto. Ma adesso, anche lui si è fatto vecchio….
Pure Marcello dell’Utri si è fatto vecchio, aspetta solo che lo prescrivano, mica c’ha più la forza di organizzare un partito.
Eccolo, dunque, il vuoto politico che avanza e proietta le sue lunghe ombre, aspettando la scadenza del governo Monti. Si orientano a tentoni il Bobo Maroni, il Matteo Renzi, il Fabrizio Cicchitto, il caro vecchio Antonio Di Pietro.
E dire che una volta avevano grandi statisti, i Gianni Letta, i Camillo Ruini, i Giuliano Ferrara, i Pinuccio Tatarella...Attenzione, destra. Ultimo avviso. Altrimenti questa volta succede che sale davvero Bersani.
Enrico Deaglio – Venerdì di Repubblica 22 – 6-12

sabato 23 giugno 2012

Pensiero: Saluto




Buon pomeriggio

Pensieri: Saluto




Buon sabato a tutti!

Lo Sapevate che: In Ricordo di Marco Biagi



Marco Biagi, Un Ragazzo Folgorato Dall’Africa

Devo alla ong Amani, che si batte per la causa dei bambini di strada in Africa, e agli amici del Centro studi Donati di Bologna, la scoperta di un passato molto poco noto nella vita di Marco Biagi, lo studioso di cui cade quest’anno il decimo anniversario dell’assassinio per mano brigatista. Soprattutto la devo alla moglie, Marina Orlandi, che ha raccontato la storia alla rivista di Amani, nel numero che viene distribuito in questi giorni ai sostenitori (amani-forafrica.it/amani/).
Marco Biagi compì giovanissimo, a 22 anni, un viaggio di studio in Africa e quell’avventura ebbe su di lui un’influenza molto forte. Ci andò con un gruppo di universitari al seguito del mitico don Tullio Contiero, figura assai nota e amata quanto meno tra la gioventù studentesca bolognese (un prete, per dire, che invece di chiedere ai ragazzi in confessione se avessero commesso atti impuri, chiedeva loro che cosa avessero fatto davvero per gli altri).
In Africa quell’estate del ’72, fra il Kenya, la Tanzania e l’Uganda, Marco Biagi s’innamorò della ragazza ancora più giovane di lui che sarebbe diventata sua moglie; studiò il socialismo rurale tentato dal presidente tanzaniano Nyerere; apprese che c’è sempre al mondo qualcuno più povero, meno favorito, da non lasciare indietro. Un apprendistato che non aveva affatto dimenticato trent’anni dopo, quando fu insensatamente ucciso.
Pietro Veronese – Venerdì di Repubblica 25-5-12

Cannoli Siciliani



Per 6 persone

Per la pasta: gr 500 di farina, gr 50 di strutto, 1 cucchiaio di zucchero, zucchero a velo, vino bianco, 1 albume, olio, sale. Strutto per i cilindretti.
Per la crema: 850 gr di ricotta, 350 gr di zucchero, pistacchi sgusciati, cioccolato fondente a pezzi, canditi a dadini, scorza di limone grattugiata, zucchero a velo.

Su un piano di lavoro, disporre la farina a fontana e mettere al centro lo strutto, tenuto a temperatura ambiente, lo zucchero, un pizzico di sale e il vino sufficiente ad ottenere un impasto morbido. Lavorate bene gli ingredienti, mettetelo in una terrina infarinata e copritelo con un telo. Lasciatelo riposare al fresco per un’ora. Stendete la pasta con il mattarello sino ad ottenere una sfoglia sottile e con l’aiuto di una rotella ricavatene tanti quadrati di 10 cm di lato. Avvolgerete ogni quadrato su appositi cilindretti di latta o legno, che avrete precedentemente unto con lo strutto. Fissatene le estremità con un po’ di chiara d’uovo sbattuta. In una padella con abbondante olio in ebollizione, fate friggere i cannoli e quando saranno ben dorati, scolateli con l’aiuto di un mestolo forato e adagiateli su carta assorbente a perdere l’olio in eccesso. Lasciateli raffreddare completamente, poi sfilate le sfoglie dai cilindretti. Nel mentre, in una terrina, lavorate la ricotta con lo zucchero, aromatizzatela con la scorza del limone, infine incorporate i pistacchi, il cioccolato e i canditi. Con l’aiuto di un cucchiaino, riempite i cannoli con il composto preparato. Prima di servirli, cospargeteli con lo zucchero a velo.

Arriva Il Caldo: Speciali Piatti Freddi


Insalata Di Pasta Nel Melone

Per 4 persone

350 gr di penne rigate, 2 piccoli meloni, la scorza grattugiata di ½ limone. 60 gr di pecorino sardo stagionato a scaglie, 1 cucchiaino di pepe rosa in polvere,  olio evo, sale.

Lavare e asciugare i meloni, poi tagliarli a metà ed eliminare i semi. Estrarre la polpa, cercando di non rovinare la scorza del melone e lasciandone attaccata alla buccia circa 1 cm. Tritare la polpa prelevata grossolanamente e trasferirla in una capiente insalatiera. In una ciotola lavorare 4 cucchiai d’olio con la scorza del limone, il pepe rosa e un pizzico di sale. Versare il condimento, ben emulsionato, sulla polpa del melone, coprire il recipiente con pellicola e trasferire in frigorifero per 30 minuti. Fare cuocere la pasta al dente in abbondante acqua salata in ebollizione, scolarla e raffreddarla con acqua corrente fredda. Scolarla nuovamente, e unirla alla polpa di melone, mescolare bene. Versare la pasta nei meloni tagliati a metà e guarnire con scaglie di pecorino. Lasciare riposare per 10 minuti prima di servire.


Ruote Con Pollo Al Curry

Per 4 persone

400 gr di ruote, 250 gr di petto di pollo, 200 gr di ananas, già pulito, un gambo di sedano con le foglie, 4 cipollotti, un cucchiaio di curry, olio, sale e pepe.
Eliminate l’ossicino e le cartilagini nel petto di pollo. Tagliatelo a listerelle e fatelo rosolare in un tegame con 5 cucchiai d’olio. Pulite il sedano e tritatelo con 2 cipollotti affettati. Uniteli al pollo. Spolverizzate con curry, salate e pepate, bagnate con ½ bicchiere di acqua calda e cuocete per 10 minuti. Unite l’ananas tagliato a pezzetti, mescolate bene e continuate a cuocere per 5 minuti. Spegnete e lasciate raffreddare. In una casseruola con abbondante acqua salata in ebollizione, fate cuocere la pasta al dente, raffreddatela sotto l’acqua corrente e scolatela nuovamente. Conditela con il sugo preparato, unite i due cipollotti rimasti affettati sottilmente e le foglie di sedano a pezzettini, un cucchiaio di olio. Mescolate delicatamente e servite.

venerdì 22 giugno 2012

pensieri: Saluto




Buon fine settimana a tutti!

pensiero: Saluto




Buon Venerdì a tutti, ci prepariamo per il fine settimana...

Lo Sapevate Che: Quegli Spot in Tv Che Disturbano Le Notizie Serie




Le reti televisive divorano, lo sappiamo, una montagna
Di pubblicità: uomo della carta stampata per tutta la vita,
usque ad mortem, assisto al fenomeno con equanimità, anche se con invidia, perché la pubblicità piace anche a noi. Si potrebbe discutere sulla suddivisione fra loro e noi: in altri Paesi la spartizione è decisa con altri criteri, ma non è questa la sede adatta per affrontare l’argomento. Vorrei esporre qualche riflessione, invece, sul modo in cui i cugini elettronici amministrano il bottino. Capisco che se lo tengano da conto, con avidità: è linfa vitale. Ma qualche volta mi sembra che esagerino. C’è il problema della contiguità fra notiziario e pubblicità: più aggressiva nel loro campo che nei giornali. Da noi, le notizie e gli annunci pubblicitari convivono a fianco a fianco. Da loro,  si elidono a vicenda. I conflitti, le incompatibilità esistono dunque anche da noi, ma sono meno offensive: un lettore continua a leggere tranquillamente il testo, anche se accanto al testo c’è una ragazza in sottoveste. Nel mondo televisivo, la ragazza in sottoveste (o il rotolo di carta igienica, insomma tutto quel che capita) non si affianca alla erogazione di notizie, la sostituisce. Il salto, qualche volta, disturba.
Succede che un austero personaggio, un cardinale o un Primo Ministro, stia dissertando sulle sorti dell’umanità, e improvvisamente ceda il campo a una ragazzotta che dice di essere disperata perché ha la pancia gonfia. Orbene, non si può pretendere che i programmi di vario genere, le notizie e le interviste, siano sempre sintonizzati con gli annunci pubblicitari, mediante una accorta regia. Ma gli amici televisivi dovrebbero essere un po’ meno ingordi. Già vivono nell’abbondanza, loro: la pubblicità televisiva trabocca da tutte le parti. Non potrebbero rimandare gli annunci ad altra occasione, per esempio, quando ospitano un uomo di governo, o quando mostrano i disastri prodotti dal terremoto? Un po’ di discrezione non sarebbe fuori luogo.
Piero Ottone – Venerdì di Repubblica 15-6-12




Frittelle Del Bosco


Per 4 persone

200 gr di pane carré, 1 bicchiere di latte, 200 gr di frutta di bosco ( fragoline, lamponi, mirtilli, ribes ), zucchero a velo, 1 uovo, 2 cucchiai di zucchero, 2 cucchiai di farina, zucchero a velo.

Spezzettate il pane carré a cui avrete tolto la crosta e lasciatelo a bagno con un bicchiere di latte. Lavate e asciugate la frutta di bosco. Cospargetela di zucchero e lasciatela macerare. Mettete pane carré e latte in una ciotola, schiacciate con una forchetta, unite 1 uovo, 2 cucchiai di zucchero e 2 cucchiai di farina. Amalgamate fino ad ottenere un composto denso e fluido allo stesso tempo. Immergetevi i frutti di bosco e mescolate bene. Portate a ebollizione abbondante olio in una padella e friggetevi a cucchiaiate il composto. Scolate le frittelle su carta assorbente da cucina, appoggiatele su un piatto da portata e cospargetele di zucchero a velo.

Oggi Pesce:


Cozze Aromatiche Con Verdure

Per 4 persone

1,5 kg di cozze, 2 pomodori maturi, un peperone verde, una cipolla bianca, aceto bianco, vino bianco secco, olio, sale e pepe.

Lavate accuratamente le cozze, mettetele in un tegame largo con un po’ di vino bianco. Fatele aprire a fuoco vivace, poi scolatele ed eliminate le valve che non hanno molluschi e quelle che non si sono aperte. Lavate e tagliate a dadini molto piccoli i pomodori, il peperone e la cipolla. Mettete le verdure in una terrina, salate, pepate e condite con 4 cucchiai d’olio e uno d’aceto. Mettete le cozze, nel metà guscio, in un grande piatto di portata, cospargetele con la verdura preparata e servitele.


Paella Marinara

Per 6 persone

1 kg di cozze, 200 gr di totani, 750 gr di scampi, 2 cipolle, un peperone verde e uno rosso, 2 zucchine, gr 200 di pomodori, 2 spicchi d’aglio, gr 250 di riso, gr 250 di piselli, una bustina di zafferano, burro, sale, pepe, 12 cappesante, ½ bicchiere di vino bianco.

Lavate le cozze e mettetele in un tegame, fatele aprire a fuoco vivo. Sgocciolatele, privatele del mezzo guscio vuoto. Passate il liquido di cottura attraverso un telo fine e tenetelo da parte. In un tegame con l’olio, fate soffriggere le cipolle tritate, gli scampi con la corazza, i peperoni tagliati a piccoli pezzi, sale e pepe. Mescolate, lasciate cuocere a pentola coperta per 10 minuti. Aggiungete le zucchine tagliate a piccoli pezzi, i pomodori senza pelle e sminuzzati, proseguire la cottura per ¼ d’ora. Unire il riso e lo zafferano, l’acqua delle cozze e altra acqua calda, sino a ricoprire gli ingredienti. Lasciate cuocere per 20 minuti. Dieci minuti prima della fine della cottura, unire le cozze, i totani a rondelle, prima puliti dalle interiora contenute nella sacca e dagli occhi e il becco al centro dei tentacoli, e i piselli. Mentre la paella cuoce, lavate le cappesante, togliete i molluschi dal guscio, lavateli, asciugateli e fateli insaporire in poco burro, bagnateli col vino e succo di limone, spolverizzateli con prezzemolo, facendoli cuocere ancora qualche minuto. Salate e pepate, togliere i molluschi dal tegame e rimetterli nelle loro conchiglie pulite e asciugate. Disponete la paella al centro di un piatto da portata e attorno disponete le cappesante.


giovedì 21 giugno 2012

Pensieri: Saluto



Che sia una felice estate per tutti!

Lo Sapevate Che: Contadini Della Domenica


Secondo Nomisma 2,7 milioni di italiani coltivano un orto sul balcone: una buona pratica. Ma l’inquinamento da polveri sottili è davvero preferibile ai pesticidi?

Gianluca Brivio Sforza, presidente Orticola Lombardia, promotore di Orticoltura urbana e MiColtivo.
“I risvolti positivi dell’orticultura nelle città sono numerosi: dare vita a polmoni verdi in metropoli industrializzate, recuperare aree degradate, abbandonate e inutilizzate, educare i cittadini alla coltivazione e alla corretta alimentazione. Inoltre, l’orto cittadino incrementa le occasioni di incontro tra le persone e garantisce piccole autosufficienze produttive. E’ possibile recuperare piante tradizionalmente prodotte sul nostro territorio e incentivare la vita all’aria aperta”. Ma coltivare verdure in città non comporta rischi per la salute?
“Le preoccupazioni si avvertono in merito alla ricaduta degli agenti inquinanti dovuti al traffico, ma hanno senso solo se l’orto è posizionato a pochi metri da una strada trafficata. Se si trova invece in aree sopraelevate, interne, o in zone distanti da intenso traffico, si può stare tranquilli. Dalle analisi svolte su orti situati in zone non a rischio è emerso che gli agenti inquinanti sono ben al di sotto dei parametri legali. Certo, bisogna sempre lavare accuratamente i nostri ortaggi per togliere le polveri sottili. Visti gli indubbi aspetti positivi dell’orto in città, Orticola di Lombardia ha promosso Orticola Urbana, movimento per sensibilizzare l’opinione pubblica alla cultura dell’orto che prevede la realizzazione di progetti che coinvolgono cittadini e scuole da qui al 2015, col sostegno di partner interessati al tema dell’Expo: Feeding the planet, Energy for life”. A livello nazionale, l’Italia Nostra (associazione salvaguardia e conservazione ambiente e territorio), con l’Associazione dei comuni di Italia, sostiene la creazioni di orti urbani privati, scolastici, per anziani e in case circondariali, oltre a programmi di ortoterapia per diversamente abili.

No
Corrado Giannone, tecnologo alimentare, direttore Conal – Società di analisi e progettazione alimentare, agricolo e ambientale, lavora (anche) per Legambiente.
“Bisogna prima di tutto distinguere tra orti in piena terra, cioè quelli sui campi cittadini, spesso assegnati agli anziani, e coltivazioni su terrazzi e balconi. Nel primo caso bisogna conoscere la provenienza dell’acqua usata per annaffiare: se proveniente da rete fognaria va evitata perché ricca di batteri patogeni molto dannosi per la salute. Poi, verificare che nella zona prescelta non ci siano aziende chimiche che producono sostanze inquinanti, né discariche. Per chi coltiva verdure in vaso sul balcone o in terrazzo il rischio di inquinamento si riduce perché il terreno è più controllato e l’acqua di irrigazione proviene in genere dall’acquedotto, ma resta il problema dello smog e delle polveri sottili. Un altro pericolo è il fai-da-te nell’utilizzo di sostanze chimiche di cui non si conoscono effetti precisi o dosaggi: letame e terriccio sono meglio dei pesticidi che vengono inevitabilmente assorbiti da frutta e ortaggi”. Tesi rafforzata da Chiara Gallo Stampino, nutrizionista all’Istituto Clinico S:Ambrogio di Milano: “Non improvvisandovi agronomi usando concimi chimici e diserbanti. E per difendervi dalle polveri sottili lavate gli ortaggi con molta acqua (un volume 4 volte superiore a quello dei cibi da lavare) e bicarbonato, prestate attenzione alle verdure a foglia larga come spinaci e rucola, e sbucciate sempre la frutta (come anche i prodotti acquistati al supermercato, ndr). Per ovviare al problema delle piogge acide, che possono determinare un’alta concentrazione di nitrati, si può usare una serra. I cibi dell’orto sul balcone possono essere ottimi e salutari, ma senza le dovute attenzioni un rischio per la salute c’è”.
Paola Scaccabarozzi – Venerdì di Repubblica 9-6-12